“Se nuovo ponte deve essere, lo si faccia a Dragona”

Dopo aver perso 13 anni dietro al nuovo Ponte della Scafa, alla vigilia della richiesta di nuovi permessi, c’è chi rilancia il progetto tra Parco Leonardo e Dragona abbandonato dal Campidoglio

ponte immaginario

Invece di correre dietro a un’opera faraonica per la quale si sono già persi tredici anni e si attendono nuovi pareri, si punti a fare un nuovo Ponte a Dragona”. Maurizio Contigiani, già polemista de “Il fatto quotidiano” e oggi autore di “TPI” (The Post Internazionale), rilancia un piano B abbandonato dall’attuale amministrazione.

Dopo aver perso tredici anni dietro al nuovo Ponte della Scafa, alla vigilia della richiesta di nuovi permessi, c’è chi rilancia il progetto abbandonato dal Piano Regolatore

Il Piano Regolatore approvato nel 2008,  ridisegnato nel 2016, prevedeva la realizzazione di un nuovo ponte sul Tevere a metà strada tra il Raccordo Anulare e il Ponte della Scafa. Il nuovo viadotto, come mostrato nella foto qui sotto, attraverso una viabilità già presente, avrebbe messo in collegamento l’autostrada Roma-Fiumicino con la via del Mare e, in futuro, anche la Cristoforo Colombo.

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Nella tavola del Piano Regolatore di Roma il Ponte di Dragona tratteggiato in rosso

L’ipotesi, reputata onerosa, è stata abbandonata ma l’esperienza che l’amministrazione sta vivendo con il nuovo Ponte della Scafa (leggi qui), spinge molti a ripensare il ruolo del possibile ponte di Dragona. E tra questi c’è anche Maurizio Contigiani che ha scritto per noi questa nota.

Conosciamo ponti che sono lì da secoli e millenni e questa operazione odora parecchio più di business che di oculato impiego dei nostri soldi. Il Golden Gate, il ponte di Brooklyn, ponte Milvio sono ancora in piedi.

Nonostante il Ponte della Scafa sia ancora in grado di assolvere al suo compito, in armonia e in proporzione alla rete stradale che deve raccordare, costruire un mostro del genere non risolverà il traffico, le sue quattro corsie creeranno un grosso imbuto, con l’obbligo di raccordarsi ad una viabilità preesistente sottodimensionata, come il tunnel dell’Ostiense ad Acilia.

Costruire un semplice, economico cavalcavia all’altezza degli svincoli autostradali intorno a Parco Leonardo significherebbe collegare chiunque provenga dall’aeroporto e dalla Roma Fiumicino con l’altro grande sistema di viadotti della zona industriale di Acilia. Invece di  un ponte sopra l’altro avremmo una possibilità in più per attraversare il Tevere  Pochissimi chilometri per raggiungere Dragona, Acilia, Palocco, Infernetto senza passare sul vecchio ponte, senza passare per il semaforo di Ostia Antica.

Pochissimi chilometri  che diminuirebbero di venti volte il traffico su via della Scafa e al semaforo di Ostia Antica, pochissimi chilometri ad un prezzo inferiore di venti volte rispetto a quel mostro.

Ma forse il problema è proprio questo.

Maurizio Contigiani

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Ponte della Scafa, progetto infinito: il Campidoglio chiede di nuovo i permessi