Emergenza climatica: associazioni e cittadini fanno causa allo Stato

Nel mondo sono più di mille i casi legali in corso, relativi al cambiamento climatico

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Emergenza climatica: anche in Italia, come è già accaduto in altri paesi del mondo, associazioni e cittadini hanno fatto causa allo Stato per inadempienza contro la crisi climatica.

In Italia è stata avviata dai cittadini una causa allo Stato Italiano riguardante l’emergenza climatica.

Il 5 giugno 24 associazioni e 179 persone hanno fatto causa allo Stato Italiano, rappresentato dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, al Tribunale Civile di Roma.

Le richieste principali fatte dai ricorrenti al tribunale sono di dichiarare lo Stato «responsabile della situazione di pericolo derivante dalla sua inerzia nel contrasto all’emergenza climatica» e ordinargli di ridurre le emissioni di gas serra del 92 per cento rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030. Invece l’impegno per il 2030, preso dall’Unione Europea, nel complesso è una riduzione del 55 per cento rispetto ai livelli del 1990.

La riduzione del 92 per cento proposta dai ricorrenti è basata sull’analisi delle politiche sul clima fatta dalle organizzazioni indipendenti Climate Analytics e New Climate Institute. Con il loro Climate Action Tracker, stimano la riduzione delle emissioni a cui ogni paese dovrebbe puntare per mantenere l’aumento delle temperature medie globali rispetto ai livelli pre-industriali sotto 1,5 °C (come richiesto dall’accordo sul clima di Parigi del 2015) tenendo conto della sua ricchezza, cioè nell’ottica di una soluzione equa per tutti i paesi del mondo.

emergenza climatica

Nel mondo sono più di mille i casi legali in corso, relativi al cambiamento climatico. Quello che finora ha avuto maggiore successo è stato in Germania, dove alla fine di aprile la Corte costituzionale del paese ha ordinato al governo di cambiare la propria legge sul clima, dando ragione ad un gruppo di persone secondo cui la legge violava le loro libertà, perché insufficientemente ambiziosa e rigida.

La causa tedesca ci ha messo tre anni ad arrivare al massimo grado di giudizio; per quella italiana, se dovesse procedere bene, ce ne vorranno sicuramente di più per via dei tempi più lunghi della giustizia italiana ed è probabile che il procedimento non avrà grandi conseguenze in termini pratici, anche solo perché si concluderà troppo tardi per cambiare gli obiettivi di riduzione di emissioni al 2030. Tuttavia la causa potrebbe influenzare grandemente la politica.

Tra i ricorrenti non ci sono le organizzazioni ambientaliste più note in Italia, cioè Legambiente e Greenpeace. Quest’ultima ha partecipato ad una causa di questo genere già nei Paesi Bassi, contro la grande società petrolifera Royal Dutch Shell.

 

Alessia Pasotto

Dottoressa in Economia dell’Ambiente e dello Sviluppo,

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