Grande Roma

Suicida in carcere l’uxoricida del Portuense

Il cittadino dello Sri Lanka si è impiccato nel carcere di Frosinone dove era detenuto dopo aver ucciso la ex moglie in strada, al Portuense

Si è impiccato in carcere l’uomo che sabato scorso in strada a Roma aveva ucciso l’ex moglie. Fernando Basath Chandana Koralagamage, originario dello Sri Lanka, si è impiccato nel carcere di Frosinone: il corpo è stato scoperto dagli agenti della penitenziaria nella mattinata di ieri, martedì 1° giugno.

Il cittadino dello Sri Lanka si è impiccato nel carcere di Frosinone dove era detenuto dopo aver ucciso la ex moglie in strada, al Portuense

Nel penitenziario l’uomo, 48 anni, era finito dopo essere stato preso nell’immediatezza dell’efferato delitto: almeno dieci coltellate inferte all’ex moglie di cui due, profondissime, all’altezza dello stomaco. Il tutto in strada, in via Greppi nel quartiere Portuense (leggi qui).

La donna, Teresa Badde Liyanage una 40enne dello Sri-Lanka, era morta poco dopo in ospedale dov’era stata trasportata in gravissime condizioni. Un vero e proprio agguato quello messo a segno dall’uomo: a quanto ricostruito dagli investigatori, l’assassino che lavorava come domestico, ha raggiungo l’ex moglie in monopattino e l’ha aspettata davanti al supermercato dov’era andata a fare la spesa. Quando è uscita con le buste in mano, le ha chiesto di ritornare insieme. La donna ha declinato l’invito e ne è nata una discussione. Poi l’aggressione con un coltello da cucina e i dieci colpi che non hanno lasciato scampo alla donna.

A bloccare l’uomo un carabiniere libero dal servizio: Gianluca Coppa, appuntato scelto dei carabinieri che presta servizio alla stazione di Ponsacco, in provincia di Pisa, che si trovava con la moglie in vacanza a Roma. Agitato urlava nella sua lingua «io amo mia moglie, amo mia moglie», brandendo ancora il coltello insanguinato. «D’istinto mi sono diretto verso di lui anche se non avevo con me l’arma in dotazione – aveva spiegato il militare – Era sul marciapiede di fronte alla donna. Ho visto che aveva in mano un coltello da cucina. Gli ho intimato per due volte di buttarlo a terra e lo ha fatto. Mi sono qualificato come carabiniere e l’ho messo a terra. Poi ho chiamato il 112. Era agitato diceva delle cose nella sua lingua, non si capiva».

La moglie dell’appuntato, nel frattempo, cercava di tenere sveglia la donna, ferita non solo all’addome ma anche sulle braccia. Le condizioni della straniera accoltellata sono apparse subito gravissime ed è morta morta in ospedale.

La coppia di stranieri abitava al Trullo, almeno fino a quando la donna aveva deciso di separarsi ovvero una settimana prima del fattaccio.

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