Boccea: smantellato “drive-in “ della droga (VIDEO)

Quattro le persone indagate

Roma: la Guardia di Finanza ha smantellato un “drive-in “ della droga organizzato nel quartiere Boccea. Quattro persone sono indagate per l’ipotesi di reato di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

La Guardia di Finanza ha smantellato un “drive-in “ della droga organizzato nel quartiere Boccea.

La Guardia di Finanza di Roma ha smantellato una piccola ma efficiente organizzazione che, forte del duraturo legame di amicizia e della fiducia reciproca esistente tra i componenti, commercializzava cocaina, quantificata in alcuni chili in pochi mesi di indagine, nella zona Ovest della Capitale.

I militari hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare con la quale il G.I.P. del locale Tribunale, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia capitolina, ha disposto la custodia in carcere per 3 persone e la misura degli arresti domiciliari per una quarta, tutte indagate, a vario titolo, per l’ipotesi di reato di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

Le indagini sono state svolte dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria.

In particolare, è stato ricostruito come Marco Corina, classe 1952 e Marcello Gauzzi, 59 anni, insieme a una terza persona, gestivano in totale autonomia i vari passaggi connessi alla vendita di stupefacenti.

Il narcotico veniva ricercato sul mercato contattando vari fornitori, tra cui Valentino Urpi, classe 1989, per poi essere acquistato dal miglior offerente. Successivamente, nelle proprie abitazioni, gli stessi provvedevano a tagliare, preparare e confezionare la droga a seconda degli ordinativi ricevuti da una ristretta cerchia di clienti abituali, selezionata in base all’affidabilità dimostrata nei pagamenti.

A seguito di un contatto telefonico o dell’incontro presso un bar del quartiere Boccea, scelto come luogo dove condurre le trattative di persona, Corina o Gauzzi procedevano, in genere, a dare l’appuntamento nei pressi del condominio di residenza di entrambi per la consegna della cocaina in modalità “drive-in”, senza che la persona dovesse scendere dall’auto o dallo scooter, in modo tale da ridurre i tempi e non destare sospetti.

Parte dei profitti illeciti, dai quali i membri dell’associazione traevano sostentamento non svolgendo alcuna attività lavorativa “lecita”, venivano messi da parte in una “cassa comune” per essere reinvestiti in nuovi approvvigionamenti una volta terminato lo smercio della partita precedentemente acquistata.

 

Ricordiamo ai lettori che essere indagato non significa essere colpevole: un imputato è considerato colpevole solo dopo il terzo grado di giudizio. E affinchè si formi il giudizio, le prove dovranno essere esibite e formate nel corso del processo. 

 

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