"La pratica del kitesurf mette in pericolo l'ambiente nella zona Mare Nostrum di Focene e a Fosso Cupino". E' questo il pensiero del WWF che ha scritto al comune di Fiumicino per trovare una soluzione. Ma il Codacons si oppone
“La pratica del kitesurf mette in pericolo l’ambiente nella zona Mare Nostrum di Focene e a Fosso Cupino”. E’ questo il pensiero del WWF che ha scritto al comune di Fiumicino per trovare una soluzione.
“I praticanti di kitesurf in alcuni momenti di vento favorevole diventano molto numerosi con la loro attrezzatura alquanto ingombrante – spiega il WWF Litorale Laziale – l’aquilone è ampio dai 6 ai 16 metri per circa due metri di profondità con corde lunghe circa 10 metri. Per questo spesso, per mancanza di spazio, si collocano sulle dune che a Marenostrum molto faticosamente il WWF sta tentando di proteggere”.
“A Focene Marenostrum, prima della realizzazione della recinzione abbiamo avuto modo di osservare che alcuni praticanti di kitesurf arrivavano direttamente sulla spiaggia con la propria auto, a conferma che sono necessarie azioni precise per cambiare comportamenti errati”.
“Mentre alla foce di Fosso Cupino il calpestio intenso e continuo ha già determinato la scomparsa di diverse specie caratteristiche della duna. Inoltre, spesso, l’attività viene svolta ben oltre l’area autorizzata, invadendo l’arenile verso sud, con conseguente pericolo per i bagnanti. Stessa problematica si manifesta per altro in tutte le cinque zone previste dall’art. 17 dell’Ordinanza del Sindaco”.
L’Ufficio di Riserva ha risposto che la pratica del kitesurf è vietata nel periodo compreso tra aprile e luglio nelle aree dunali, ma il WWF Litorale Laziale propone di modificare l’articolo 17 per potere tutelare: i bagnanti, l’ecosistema delle dune e chi pratica il kite surf.
“Affermare, come recita l’art. 17, che “è garantita la libera fruizione dell’attività di kite surf ed è vietata la fruizione ai bagnanti per l’intera profondità della spiaggia” non tutela affatto le dune costiere e i bagnanti.
“In particolare nella zona C, l’area di kite parte da 100 metri a sud della foce di fosso Cupino mentre le foto mostrano che in agosto 2020 l’area utilizzata era a meno di 100 metri dalla foce di fosso Cupino”.
“La zona E, iniziando da 250 metri a sud della foce del Canale delle Acque Alte elimina di fatto la spiaggia per la balneazione. Mentre esisterebbe un’ampia possibilità di spazio a nord dell’attuale foce del Canale delle Acque Alte”.
“Le foci mutano molto facilmente quindi dare come indicazione di riferimento la distanza dalla foce di fossi o canali non facilita il rispetto delle indicazioni. In generale non sono evidenti estensione e confini delle aree attraverso le indicazioni fornite, poiché prive di cartografia”.
“Servirebbe una mappa e servirebbe anche una delimitazione precisa verso l’entroterra. Bisognerebbe individuare su una mappa aerea le aree destinate al kite surf; comunicare attraverso i canali ufficiali, in primis il sito istituzionale del Comune, le mappe delle suddette aree”.
“Limitare lo spazio destinato al kitesurf verso terra, onde evitare che i praticanti invadano le dune costiere con la loro attrezzatura e apporre un’idonea cartellonistica a firma del Comune nelle aree destinate alla pratica del kite che delimitano i corridoi di atterraggio e gli spazi verso l’entroterra”, conclude il Wwf.
Ma sulla zona E, Canale delle Acque Alte, si oppone il Codacons che ha inviato una lettera di diffida al Comune di Fiumicino: “L’ordinanza, nella parte in cui esclude l’area di Fregene da quelle destinate al kitesurf – si legge nella nota del Codacons – appare illegittima sotto molteplici motivi”.
“Occorre rilevare che la situazione provocata dall’erosione costiera non può in alcun modo incidere sulla possibilità di esercitare lo sport di cui si tratta sia perché lo stesso non ha alcun ruolo in relazione all’erosione, sia perché quest’ultima non influisce sulla sua praticabilità in condizioni di sicurezza”.
“Per tali motivi il Codacons ha presentato una diffida al Comune di Fiumicino, dove si chiede di annullare l’ordinanza balneare 2021 e fornire all’associazione tutti gli atti che hanno portato all’abnorme decisione, pena un inevitabile ricorso al Tar per ottenere la sospensione del provvedimenti dinanzi la giustizia amministrativa”.
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