Proroga concessioni balneari fino al 2033: per il Governo “va applicata la legge”

Nel Decreto proroghe non è stata inclusa quella delle concessioni balneari perché, dice il ministro al Turismo, “Ci sono già due norme e vanno applicate”

balneari

Il Governo ribadisce: vanno applicate le norme che prevedono la proroga delle concessioni balneari fino al 2033. E a chiarirlo è il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia.

Nel Decreto proroghe non è stata inclusa quella delle concessioni balneari perché, dice il ministro al Turismo, “ci sono già due norme e vanno applicate”

Arriva dal ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, il chiarimento relativo al fatto che nel Decreto proroghe non è stata inserita la norma che riguarda le concessioni balneari in scadenza. Com’è noto, alcuni Tar, tribunali amministrativi regionali, non riconoscendo le leggi nazioni hanno dato ragione ad alcuni comuni l’applicazione della norma comunitaria cosiddetta Bolkestein. Secondo quella direttiva le concessioni demaniali marittime vanno messe all’asta per favorire la concorrenza nei servizi. Ma lo Stato italiano (come quello spagnolo e quello greco) non hanno applicato quella direttiva e hanno varato leggi specifiche per prorogare le concessioni balneari fino al 2033.

«Non serve nessuna proroga perché una norma esiste già, anzi due: una per la proroga al 2033 e un’altra che congela le concessioni per il Covid». Lo dice all’ANSA il ministro del Turismo Massimo Garavaglia, interpellato a proposito delle concessioni balneari. Si tratta, aggiunge, di «un falso problema. Poi in Italia tutto più complicato perché c’è chi interpreta le norme ma questa è un’altra questione. Ove fosse necessario, potrebbe essere utile fare una interpretazione autentica di norme già esistenti, ma l’unico messaggio che mi sento di mandare, l’unica cosa certa è che l’estate è tranquilla per tutti, gestori e utenti».

La questione della riforma della materia delle concessioni demaniali resta, comunque, sul tavolo, ma verrà affrontata a tempo debito, chiariscono le stesse fonti.

«Era destituita di fondamento l’indiscrezione per cui il Consiglio dei ministri di oggi avrebbe adottato una norma di proroga delle concessioni demaniali marittime». Lo afferma Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari SIB aderente a Fipe Confcommercio. «Come è noto – aggiunge – le leggi che hanno esteso la durata delle concessioni già ci sono – ha continuato Capacchione – (dalla legge 145/2018 all’articolo 182 comma secondo del dl Rilancio 34/2020), si tratta solo di applicarle. A tale fine si tratta di rimuovere eventuali difficoltà interpretative o applicative. Stiamo interloquendo intensamente sia con il Governo e con le rappresentanze parlamentari affinché avvenga quanto prima, stante l’evidente urgenza da noi ripetutamente sottolineata». «Gli imprenditori balneari italiani sono già al lavoro per allestire le spiagge – conclude il presidente del Sib – pronti ad accogliere, come ogni anno, i turisti da ogni parte del mondo che, da sempre, apprezzano la qualità e l’eccellenza dei nostri servizi. Le 30.000 imprese balneari italiane e i 100.000 addetti diretti, infatti, costituiscono un fattore di vantaggio competitivo del Paese nel mercato internazionale delle vacanze».

L’atteggiamento del Governo è, dunque, un indirizzo al quale dovranno attenersi non solo i Tar chiamati a giudicare sui contenziosi in atto ma, soprattutto, quei comuni, come quello di Roma, che si rifiutano di prorogare le concessioni balneari in essere.

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