La mamma di Riccardo Pica, morto nel Parco della Madonnetta (leggi qui), parla di quei pochi minuti dedicati al suo dolore dalla sindaca di Roma. Ma anche delle istituzioni e della loro scarsa presenza in questa vicenda. Un’intervista che s’incastra – suo malgrado – in un’altra polemica di queste ore e che fa riflettere sul concetto di “buon padre di famiglia”.
Mamma Daniela: “Al Comune di Roma non interessa quello che è successo a mio figlio”.
In queste ore una polemica che investe il leader del Movimento 5 Stelle, sembra legarsi ad un’altra storia…Quella di una mamma che non riesce proprio – invece – a far sentire la voce del suo di figlio.
Se fosse un film il titolo sarebbe: “Figli”. Figli di genitori che provano a parlare ma che nelle istituzioni non trovano voce. Figli di uomini che sono vicini alle istituzioni e che di voce ne usano anche troppa. Figli che muoiono e che non si possono difendere. Figli che vengono difesi. A dispetto di altre figlie, che hanno denunciato e che hanno diritto – come tutti gli altri figli – ad un’aula di tribunale. Senza gogna e senza ingerenze.
Fa discutere il video di Grillo, storico leader politico del Movimento 5 stelle, che sui social difende il figlio accusato di stupro. Ci si chiede se in un Paese democratico un uomo vicino alle istituzioni possa utilizzare la sua immagine pubblica per difendere: suo figlio e non i figli di tutti. Se lo chiede la mamma di Riccardo, per esempio. Suo figlio, morto in un parco pubblico ridotto un tugurio, ha chiesto che al suo dolore e alla morte di suo figlio venisse data voce e giustizia. E invece.
“Al Comune di Roma non interessa quello che è successo a mio figlio“.
Mamma Daniela non si capacita. 3 minuti e un incontro riservato. Questo viene dedicato a suo figlio. Mentre poche ore dopo un altro figlio, quello di Grillo, viene difeso a spada tratta sui social dal leader politico e poi sui giornali da deputati, senatori e sottosegretari del Movimento 5 Stelle.
“Se Riccardo fosse stato il figlio di una persona importante, avrebbero già buttato giù tutte le strutture, avrebbero mandato via i senzatetto e pulito il parco, facendo quello che c’era da fare. Questa è una cosa veramente brutta. Mio figlio è rimasto in ombra forse perchè non era, a parer loro, nessuno“.
Mamma Daniela non si da pace, anche per il fatto che le istituzioni sembrano non capirla.
“Non mi sento difesa dal Comune e a questo punto neanche dalle forze dell’ordine” – aggiunge.
Le polemiche di queste ore, quello scarso interesse che a suo avviso le istituzioni le dimostrano, sembrano investire mamma Daniela di un ruolo assai più importante di quello di genitore. Qualcosa di assai simile alla polemica da cui eravamo partiti.
“Aveva ancora tutta la vita davanti. Io sto combattendo per lui, ma tanto non me lo ridà indietro nessuno. Sto combattendo per gli altri più che per lui“.
Servizio di Mara Azzarelli
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