Traffico internazionale di droga: duro colpo alla cosca Gallace. Sequestri anche ad Anzio

Sequestrati compendi aziendali anche ad Anzio

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Traffico internazionale di droga: la Guardia di Finanza ha arrestato venti persone nell’ambito dell’operazione «Molo 13». Si tratterebbe di esponenti di spicco della cosca di ‘ndrangheta di Guardavalle riconducibile alla famiglia Gallace. Sequestrati compendi aziendali anche ad Anzio.

Traffico internazionale di droga: duro colpo alla cosca Gallace

Avrebbero realizzato un’organizzazione transazionale capace di importare cocaina dal Sud America  per poi piazzarla in Europa, Nuova Zelanda e Australia.

È questo il quadro delineato dall’operazione «Molo 13» condotta dai finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro e dagli investigatori del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (Scico) comandati dal generale Alessandro Barbera, con il coordinamento della Dda di Catanzaro, che questa mattina, giovedì 15 aprile, ha portato all’arresto di 20 persone e al sequestro di beni per circa 4 milioni di euro.

Le Fiamme Gialle hanno dato esecuzione all’Ordinanza di applicazione di misura cautelare personale emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro nei confronti di 20 indagati per i delitti di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, con lo scopo di agevolare l’organizzazione di stampo mafioso di riferimento.

L’operazione  rappresenta l’epilogo di una complessa attività investigativa che ha impiegato oltre 150 finanzieri, con l’ausilio di unità Antiterrorismo Pronto Impiego, di unità cinofile antidroga e della componente aerea della Guardia di Finanza.

La misura cautelare, disposta dal G.I.P. di Catanzaro nei confronti di 20 soggetti (di cui diciannove in carcere e uno agli arresti domiciliari), è stata eseguita tra Calabria, Sicilia, Puglia, Lazio, Toscana, Liguria, Piemonte e Lombardia.

Contestualmente, i finanzieri hanno dato esecuzione al sequestro preventivo d’urgenza di beni, emesso da questa Direzione Distrettuale Antimafia, per un valore complessivo stimato in oltre 4 milioni di euro.

Sequestrati compendi aziendali anche ad Anzio. Si tratta di un’azienda di noleggio autovetture una villa con piscina un terreno ed alcuni conti correnti bancari.

L’indagine ha evidenziato un grave quadro indiziario a carico di esponenti di spicco della cosca di ‘ndrangheta radicata sul territorio di Guardavalle, e riconducibile alla famiglia Gallace, che avrebbero messo in atto una ramificata organizzazione criminale transazionale con lo scopo di agevolare l’associazione di stampo ‘ndranghetistico, caratterizzata da marcati profili operativi internazionali, capace di pianificare ingenti importazioni di cocaina dal Sud America e di “piazzarla” in Europa, Nuova Zelanda e Australia.

Nell’ambito dell’operazione sarebbe emerso il ruolo assunto da uno degli esponenti di vertice del sodalizio di ‘ndrangheta, conosciuto come cosca ‘Gallace’ che, nel corso degli ultimi decenni, si è trasformata in una vera e propria impresa criminale attraverso numerose attività illecite, che hanno consentito di acquisire un controllo sempre più penetrante del territorio della fascia ionica a cavallo delle province di Catanzaro e Reggio Calabria, con diramazioni nell’hinterland laziale, toscano e lombardo.

Dalle indagini è emerso anche il sistematico utilizzo di comunicazioni con dispositivi elettronici, associati a sim straniere, che si avvalevano di una messaggistica criptata tra «account» e «domini» associati a un server sito in San José (Costarica).

Dopo il sequestro da parte delle Autorità olandesi di dati criptati con tecnologia PGP, estrapolati da tale server, con la collaborazione del rappresentante italiano a Eurojust, gli investigatori hanno potuto utilizzare un numero formidabile di messaggi, prevalentemente in lingua italiana, trasmessi da dispositivi BlackBerry, con la crittografia PGP.

Con la decriptazione, da parte dello Scico e del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Catanzaro, gli investigatori hanno ricavato indicazioni sul modus operandi, identificato i sodali e ricostruito numerosi episodi di commercio e importazione di droga, tra i quali quella di 150 chili di cocaina, sequestrata a maggio 2017 nel porto di Livorno, e per la quale, dalle chat scambiate tra gli indagati, è emerso che era stato commissionato l’acquisto di circa 200 kg di coca dalla Colombia, trasportata in un container a bordo di una motonave partita da Cartaghena, il cui recupero, programmato inizialmente a Barcellona (Spagna), era stato tentato, con esito negativo, a Livorno.

La droga complessivamente sequestrata, una volta lavorata ed immessa in commercio, avrebbe fruttato all’organizzazione oltre 3,5 milioni di euro sulle piazze di spaccio.

Le indagini delegate alla Guardia di Finanza hanno consentito di identificare tutti i soggetti coinvolti, ognuno con un ruolo ben preciso.

Le contestuali indagini patrimoniali, sempre delegate al Nucleo PEF/G.I.C.O. di Catanzaro e allo SCICO di Roma, hanno consentito anche l’emissione di un sequestro preventivo d’urgenza di beni, per un valore complessivo stimato in oltre 4 milioni di euro, costituito da ville, fabbricati, società e relativi complessi aziendali, automezzi e numerosi rapporti bancari e finanziari.

In particolare, attraverso articolate investigazioni economico-patrimoniali si è proceduto a verificare, per ciascun soggetto, la presenza di sproporzione tra i redditi dichiarati e le possidenze intestate procedendo, al fine di scongiurare la dispersione dei patrimoni, al sequestro d’urgenza dei beni non giustificati.

Tutti i nomi degli indagati

Ecco l’elenco delle persone raggiunte dalle misure cautelari, chi agli arresti domiciliari e chi in carcere:

Andreacchio Agazio, 1977 (custodia in carcere); Bava Giuseppe, 1977 (custodia in carcere); Chiefari Nicola, 1973 (custodia in carcere); Ferro Leonardo, 1985 (custodia in carcere); Fonti Emanuele, 1960 (custodia in carcere); Gagliardi Angelo, cl. 1995 (custodia in carcere); Galati Francesco, 1977 (custodia in carcere); Gallace Bruno, 1972 (custodia in carcere); Gallace Cosimo Damiano, 1961 (custodia in carcere); Guido Nicola, 1986 (custodia in carcere); Palamara Mario, 1969 (custodia in carcere); Riitano Benito Xndrea, 1993 (custodia in carcere); Riitano Francesco, 1980 (custodia in carcere), Riitano Paolo, 1976 (custodia in carcere), Samà Agazio Andrea, 1974 (custodia in carcere); Tassone Gianluca, 1979 (arresti domiciliari); Taverniti Francesco, 1974 (custodia in carcere); Vitale Domenico, 1969 (custodia in carcere) Vitale Domenico, 1976 (custodia in carcere); Vitale Giuseppe, 1977 (custodia in carcere).

 

Ricordiamo ai lettori che essere indagato non significa essere colpevole: un imputato è considerato colpevole solo dopo il terzo grado di giudizio. E affinchè si formi il giudizio, le prove dovranno essere esibite e formate nel corso del processo. 

 

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