Vaccino AstraZeneca e rischio trombosi, limitazioni in arrivo per fasce d’età

L'Italia si appresta a seguire le orme di Francia e Germania: per evitare i rarissimi rischi di trombosi AstraZeneca sarà probabilmente sconsigliato al di sotto di una certa età

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A Palazzo Chigi i tecnici dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) stanno valutando con il ministro della Salute Roberto Speranza le possibili limitazioni per fasce d’età al vaccino prodotto dal colosso farmaceutico britannico AstraZeneca.

I tecnici Aifa a Palazzo Chigi: in arrivo restrizioni per fascia d’età nell’utilizzo di AstraZeneca

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Il sottosegretario alla Salute PierPaolo Sileri

I rarissimi eventi di trombosi venosa (circa uno su un milione, stando ai dati ufficiali) dai recenti studi sembrano essere correlati in particolare a donne sotto ai 50 anni di età. Per questo il governo valuta, insieme ad Aifa, la possibilità di riservarlo a persone di età superiore ai 55 o forse ai 60 anni di età.

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Sulle stesse posizioni diversi governi europei: la Francia ha già stabilito il limite di 55 anni per il vaccino britannico, mentre la Germania lo riserva ai cittadini con più di 60 anni.

A preoccupare i casi di trombosi finora correlati con certezza al vaccino: 14 i morti in Europa, su 9,2 milioni di persone vaccinate. Si tratta di eventi verificatisi in donne giovani, a cui era stato somministrato AstraZeneca tra i 4 e i 14 giorni prima.

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“E’ possibile, per maggiore precauzione, che l’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) indichi che per una determinata categoria è meglio non utilizzare il vaccino anti-Covid di AstraZeneca“, conferma il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, intervenendo a Radio 24.

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“Va sottolineato che il vaccino è stato utilizzato in un numero estremamente alto di soggetti, mentre gli eventi trombotici rari segnalati sono pochissimi”, sottolinea però Sileri. “Non vi è ombra di dubbio che vi sia un rapporto rischio-beneficio positivo”, conclude il sottosegretario.

Domani, mercoledì 7 aprile, è atteso il pronunciamento finale di Ema. Si attende anche la decisione finale su coloro che hanno già effettuato la prima dose del siero AstraZeneca e devono effettuare il richiamo.

Intanto il colosso britannico annuncia un ulteriore taglio del 50 per cento delle dosi previste in consegna. La struttura del Commissario per l’emergenza comunica che il 14 aprile AstraZeneca consegnerà all’Italia 175mila dosi di vaccino e non le 340mila previste.

L’assessore alla Salute del Lazio, Alessio D’Amato, lancia l’allarme: “Con questo ulteriore taglio e i dubbi sull’antidoto britannico la campagna vaccinale rischia di subire un pesante rallentamento“, dichiara in una nota.

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