Tutta l’Italia è tornata in zona rossa: Pasqua blindata anche quest’anno, dopo un Natale e un Capodanno all’insegna delle restrizioni.
I contagi restano molto alti, non c’è posto nelle terapie intensive. E così, a causa delle misure anti-contagio, per moltissimi italiani le vacanze pasquali significano giornate passate in solitudine, senza pranzi con amici né gite fuori porta.
Zona rossa e Pasqua blindata per covid: i consigli degli esperti per affrontare e superare i disagi della solitudine
Senza poter stringere mani, abbracciare un amico o fare una carezza a qualcuno a cui vogliamo bene, le ripercussioni sul benessere psichico sono inevitabili: a rischio in particolare sono gli anziani, ma anche tutti coloro che vivono soli.
Massimo di Giannatonio ed Enrico Zanalda, co-presidenti della Società Italiana di Psichiatria (SIP), affrontano il problema e forniscono alcuni consigli utili per superare il disagio.
CONSIGLI UTILI PER SUPERARE I DISAGI DELLA SOLITUDINE
“Il contatto fisico è rassicurante, perché è la modalità più arcaica per farci sentire al sicuro. Inoltre il senso di sicurezza e di appagamento che provoca innesca reazioni neurochimiche positive come l’aumento della produzione di ossitocina, l’ormone dell’attaccamento che ha un effetto tranquillizzante”, spiegano Massimo di Giannatonio ed Enrico Zanalda, co-presidenti della Società Italiana di Psichiatria (SIP).
La mancanza di contatto fisico e la solitudine dunque, avvertono i due psichiatri, rappresentano un serio fattore di rischio per la salute mentale.
“Ci sono però accorgimenti che possiamo adottare per supplire alla carenza di contatto fisico, stimolando il tatto in altro modo“, suggeriscono gli psichiatri.
“Un bagno caldo, per esempio, ha un effetto calmante e rassicurante. Ma anche fare un massaggio ai piedi induce sensazioni piacevoli che fanno stare meglio. Oppure accarezzare un gatto, o in mancanza di un pet una stoffa calda e morbida. Così si può, almeno in parte, attenuare la mancanza della vicinanza reale ad altre persone”, sottolineano di Giannantonio e Zanalda.
Tuttavia, spiegano i due psichiatri, “il contatto fisico va cercato e praticato quando è possibile, per esempio con i familiari conviventi”.
Gli effetti della carenza di abbracci in epoca covid cominciano a essere documentati: uno studio appena pubblicato sulla rivista Social Psychiatry and Psychiatric Epidemiology mostra che i livelli di depressione e solitudine durante la prima ondata di Covid-19 sono aumentati. Solo coloro che hanno mantenuto elevati livelli di contatto non virtuale ma fisico e alti livelli di connessione sociale presentavano un miglior stato di salute mentale.
“Le restrizioni sociali restano necessarie: in questa fase è ancora impossibile assicurare ai nostri cari non conviventi i consueti gesti di affetto. Ma è evidente che né le videochiamate, né i messaggi possono sostituire l’incontro reale tra due persone”, commentano Giannantonio e Zanalda.
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