Nuovo Decreto Covid, scuole superiori aperte ma niente zona gialla fino a maggio

Nessuna deroga alle restrizioni anti-contagio fino a maggio, ma ripartono la scuola e i concorsi: le novità del Decreto Covid

zona arancione

Gli italiani possono dimenticarsi della zona gialla, almeno fino al 30 aprile: a stabilirlo il testo del nuovo Decreto Covid, varato oggi in Consiglio dei Ministri.

Le misure decise dal governo guidato da Mario Draghi prevedono il divieto di abbassamento delle restrizioni in tutto il Paese, fino a maggio.

Scuola e concorsi al via dopo Pasqua, ma addio zona gialla fino a maggio

A riaprire, però, sarà la scuola: nessun governatore regionale potrà decidere chiusure locali. Il Decreto, varato oggi in serata, conferma dunque quanto circolato nei giorni scorsi in merito alle decisioni di Palazzo Chigi: gli studenti italiani possono rientrare in classe fino alle medie, e in zona arancione anche i ragazzi delle superiori.

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In zona rossa, dopo le vacanze di Pasqua, a partire dal 7 aprile a riaprire saranno soltanto gli istituti dagli asili alle medie. Le regioni in zona arancione invece, dunque il Lazio, riapriranno invece anche i cancelli delle scuole superiori, mantenendo la didattica in presenza al 50 per cento.

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La novità contenuta nel nuovo Decreto prevede che i governatori non possano emanare ordinanze più restrittive per sospendere l’attività in presenza. “Dal 7 aprile al 30 aprile è assicurato in presenza sull’intero territorio nazionale lo svolgimento dei servizi educativi”, si legge nella bozza. Una disposizione che “non può essere derogata da provvedimenti dei Presidenti delle Regioni e, delle Province autonome”.

Le limitazioni alla socialità permangono anche in zona arancione: fino al 30 aprile le visite a parenti e amici sono permesse soltanto all’interno del comune di residenza, una sola volta al giorno e in non più di due persone.

Il Decreto affronta anche il nodo concorsi pubblici, finora bloccati a causa delle misure anti-contagio. A partire da maggio via libera a tutti i concorsi nella Pubblica amministrazione, compreso quello per i magistrati, dopo l’ok del Comitato tecnico scientifico al protocollo messo a punto dal ministero della Funzione Pubblica.

Le prove e i testi potranno svolgersi su base regionale e provinciale, evitando dunque lo spostamento dei candidati da una regione all’altra, e, dove possibile “in spazi aperti”. “Dal 3 maggio 2021 è consentito lo svolgimento delle procedure selettive in presenza dei concorsi banditi dalle pubbliche amministrazioni”, si legge nella bozza del Decreto Covid.

Un altro nodo fondamentale presente nel Decreto Covid, varato stasera dal governo Draghi, è lo scudo penale per i somministratori del vaccino. Per farmacisti, infermieri e medici che effettuano le iniezioni dell’antidoto la punibilità, d’ora in avanti, sarà legata soltanto ai soli casi di colpa grave.

Il provvedimento approvato oggi da Palazzo Chigi stabilisce anche per la prima volta l’obbligo di vaccinarsi per medici e infermieri. “Gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, farmacie, parafarmacie e studi professionali”, si legge nel testo del Decreto.

La vaccinazione sarà dunque “requisito essenziale” per l’esercizio della professione. Per chi rifiuta è previsto lo spostamento a “mansioni, anche inferiori” con il “trattamento corrispondente alle mansioni esercitate”. Se ciò non è possibile, “per il periodo di sospensione non è dovuta retribuzione

“L’intervento giuridico sull’obbligo vaccinale – condiviso da tutto il Governo – è in linea con l’obiettivo di accelerare il completamento del piano di vaccinazione, priorità su cui l’intero Esecutivo è concentrato. E in questa direzione, va anche la norma sulla responsabilità sanitaria da somministrazione del vaccino anti covid”, sottolinea la ministra della Giustizia Marta Cartabia, dopo l’approvazione del Decreto legge Covid da parte del Consiglio dei Ministri.

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