Covid-19, Roma in testa nel consumo dei dolciumi comfort food

Con l'arrivo della pandemia è esplosa tra i giovani la mania di acquistare online merendine e cibo spazzatura. Un modo di consolarsi poco salutare

comfort street food

Roma è la Capitale della Grande Bellezza, ma non solo: è anche la Capitale dei golosi e dei fan di merendine e snack, il cosiddetto “comfort food”, consumato a scopo consolatorio.

La città dei Sette Colli infatti è in vetta alla classifica delle città italiane dove è maggiore consumo di “schifezze”: barrette, snack al cioccolato, caramelle, e tutto l’apparato classico del cibo spazzatura, comprato rigorosamente online.

La pandemia cambia anche i gusti gastronomici dei giovani: esplode il consumo di cibo spazzatura acquistato online

La dieta mediterranea, esaltata dai medici e dagli esperti di nutrizione, evidentemente non va forte tra i romani: tra tutti gli italiani sono proprio loro infatti i più attratti dal consumo di dolciumi e bibite gassate, che nel 2020 ha subito una vera impennata di acquisti via web.

Un cambio di abitudini alimentari di cui è complice lo stress dato dalla vita della metropoli, ma il primo indiziato è sicuramente il disagio psicologico da lockdown, e l’ansia da contagio.

comfort food

Il dato è incontrovertibile. Al primo posto delle città italiane dove si trangugiano più merendine e barrette varie c’è Roma, con il 7,21% del consumo complessivo, poi Napoli, con il 5,28%, e Milano, con il 4,28%.

Una passione, quella per il cibo spazzatura comprato attraverso le piattaforme dell’e-commerce, che è forte soprattutto tra i giovani: il 64,2% dei consumatori ha meno di 35 anni.

In particolare nel 2020 la fascia dei ragazzi di età compresa tra i 18 e i 24 anni ha registrato un incremento di consumo dell’82%. A certificarlo è una delle multinazionali statunitensi leader nel commercio online di dolciumi e merendine, la American Uncle.

In tempo di pandemia dunque si è verificato un vero boom di acquisti via web di biscotti farciti, caramelle e barrette energetiche, patatine con contorno di burro di arachidi, gli americanissimi marshmallow, fino ai bastoncini di carne essiccata.

“Il consumo di comfort food internazionale in Italia ha raggiunto nel 2020 il suo apice, con un ruolo di forte impatto ricoperto dalla pandemia: non solo ha incentivato nuovi utenti ad affacciarsi alle dinamiche di acquisto online, abbattendone le barriere mentali, ma ha anche aumentato la quantità di momenti di svago e distrazione in un periodo stressante”, dichiara all’Adnkronos Alessandro Odierna, 26 anni, amministratore delegato di American Uncle.

“Il consolidamento di queste abitudini è confermato anche dal primo trimestre del 2021, anno in cui prevediamo un’ulteriore crescita complessiva del settore del 40%”.

Insomma: tra le tante conseguenze nefaste del covid-19, possiamo annoverare anche la crescita esponenziale del consumo di “schifezze” e comfort food, che avrà inevitabilmente un impatto negativo sulla salute dei giovani.

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