La mamma: «Continuerò a battermi per far sì che il Parco torni vivibile e sicuro»
Acilia: lacrime, dolore, commozione e tanta rabbia nella chiesa San Carlo da Sezze dove ieri, 5 marzo, si sono svolti i funerali di Riccardo Pica, il ragazzo di 16 anni morto al Parco della Madonnetta dopo essere stato inseguito da un senzatetto. Grandi assenti i rappresentanti delle istituzioni che non hanno preso parte ai funerali.
La chiesa era gremita di persone per dare l’ultimo saluto a Riccardo, il ragazzo di 16 anni morto lo scorso venerdì 26 febbraio mentre correva nel Parco della Madonnetta. (Leggi qui la notizia)
Alla cerimonia, che si è svolta ieri mattina, venerdì 5 marzo, nella chiesa San Carlo da Sezze hanno partecipato tantissime persone, amici, parenti e semplici residenti che hanno voluto manifestare la loro vicinanza a mamma Daniela e papà Antonio, entrambi straziati dal dolore per la tragedia più grande che possa colpire la vita di un genitore.
Non nascondono le lacrime nemmeno Fabio, il fratello di Riccardo e l’amico Alessio, lui era con Riccardo quella sera, è stato inseguito anche lui e ha visto l’amico morire sotto i suoi occhi. (Il racconto di Alessio).
Quando arriva il feretro, bianco, è difficile trattenere le lacrime per una vita che si è spezzata troppo presto.
La morte di un figlio è un dolore troppo grande da sopportare, un’esperienza dalla quale non ci si riprende, una ferita che non si chiude. Si può trovare conforto nella fede o nei figli che restano ma il buco nero che rimane dentro non si chiuderà mai.
Lo sanno bene Daniela e Antonio che abbracciano amici e familiari tra dolore e lacrime.
Lacrime e dolore ma anche tanta rabbia per il senso di solitudine dovuto alla completa assenza delle Istituzioni che hanno scelto di non partecipare. Alla cerimonia erano infatti assenti sia i rappresentanti del Muncipio che del Campidoglio.
«La morte di un figlio è una cosa troppo grande anche solo da raccontare – dice mamma Daniela- non mi aspettavo grandi cose ma la presenza, quella sì. Riccardo, insieme al fratello, è la mia ragione di vita, non me lo ridarà indietro nessuno, e non saprò mai se quella corsa gli è stata fatale. Continuerò a battermi per far sì che il Parco torni vivibile a tutti i ragazzi che vogliono frequentarlo, in sicurezza. Lo farò per tutti loro e per il mio Riccardo.»
Lo sgomento da parte di tutti è visibile ed è tanto proprio perché siamo di fronte a una vicenda che ha segnato profondamente tutta la comunità e questa assenza indigna tutti. La perdita di una vita così giovane fa male e a prescindere dalle circostanze è proprio in questo momento, forse, che le Istituzioni dovrebbero far sentire la loro voce e mostrare vicinanza per una perdita così grande avvenuta in un parco abbandonato dal Comune e diventato discarica a cielo aperto e rifugio per sbandati.
Anche Don Simone Giovannella, parroco della chiesa spende qualche parola sull’area verde e chiede di farlo tornare com’era fino a sei anni fa, un bene comune. I residenti invece stanno pensando di organizzare a una fiaccolata per la prossima settimana per chiedere una soluzione sul parco.
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