Questa mattina la Asl Roma 3 ha deciso di rimandare a casa un'intera classe di una scuola elementare dell'Axa.
Questa mattina la Asl Roma 3 ha deciso di rimandare a casa un’intera classe di una scuola elementare dell’Axa.
Sospetta variante inglese nel quartiere Axa di Roma. Sarebbero dovuti rientrare oggi a scuola dopo il periodo di quarantena: tuttavia questa mattina, al loro arrivo, gli alunni di una classe di quarta elementare di via Euripide, insieme alle loro famiglie, sono stati accolti da una cattiva notizia. Infatti, i ragazzi sono stati mandati subito a casa in attesa del tampone molecolare disposto dalla Asl Roma 3.
Si tratta di una disposizione dettata dalla Asl Roma 3 che ha deciso di rimandare a casa i ragazzi, ingiungendo l’effettuazione del test molecolare. Solo con il risultato del tampone “negativo” potranno far rientro a scuola.
Le indagini della Asl serviranno a chiarire ciò che temono i genitori, ovvero che si tratti della temuta variante inglese.
La variante inglese preoccupa molto l’assessore alla Sanità Regionale che pochi giorni fa, a tal proposito, aveva dichiarato: “Nel Lazio contiamo oltre 60 casi di variante inglese. Non bisogna abbassare il livello di attenzione”.
La variante inglese, infatti, sembra essere più aggressiva rispetto quella che abbiamo imparato a conoscere, e sembra avere anche più velocità di diffusione. Secondo l’ultimo studio dell’Istituto superiore della sanità, la diffusione della variante inglese in Italia sarebbe attestata al 54%.
La cosiddetta svariante inglese dunque sta diventando prevalente in Italia: e vista la sua maggiore trasmissibilità “occorre – secondo l’Istituto Superiore di Sanità – rafforzare e innalzare le misure di mitigazione in tutto il Paese per riportare rapidamente i valori di Rt a valori sotto 1 e l’incidenza a valori in grado di garantire la possibilità del sistematico tracciamento di tutti i casi”.
Nella sua indagine, l’Iss scrive che il 54% delle infezioni Covid-19 è dovuto alla variante inglese, il 4,3% a quella brasiliana e lo 0,4% a quella sudafricana.
La stima si basa dai dati provenienti dai laboratori regionali e dalla Fondazione Bruno Kessler. In totale, hanno partecipato all’indagine 101 laboratori di tutte le 21 Regioni e Province autonome, e sono stati effettuati 1296 sequenziamenti.
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