Ostia, futuro degli arenili ancora nebuloso: il Pua resta ignoto ai cittadini

Ribadito in Campidoglio che il Pua non è una variante urbanistica ma un regolamento. Partecipazione dei cittadini al parere solo nell’ultima fase

Spiagge

La Commissione Urbanistica del Comune di Roma ha espresso parere favorevole al nuovo Pua, il Piano di Utilizzazione degli Arenili. Ed è stato ribadito che si tratta di un regolamento e non di una variante di Piano regolatore e che i cittadini lo conosceranno solo dopo l’avvenuta valutazione da parte della Regione Lazio.

La Commissione comunale ribadisce che il Pua non è una variante urbanistica. Partecipazione dei cittadini al parere solo nell’ultima fase

Le osservazioni del Municipio Roma X sul nuovo Piano di utilizzazione degli arenili (Pua) del litorale romano sono state recepite dalla commissione Urbanistica di Roma Capitale. Lo riferisce in un post su Facebook il presidente della commissione Urbanistica, il pentastellato Carlo Chiossi. «Il Pua – spiega Chiossi – ridisegna completamente il litorale capitolino, nel rispetto della normativa nazionale e regionale di riferimento, allineando il suo utilizzo alle reali ed effettive esigenze della collettività. La valorizzazione degli edifici balneari storici e di quelli con valore testimoniale, l’introduzione della passeggiata lineare che si snoda lungo la costa parallelamente alla battigia, l’abbattimento del lungomuro per restituire finalmente la libera visuale sul mare sono gli obiettivi che hanno guidato la riprogrammazione dell’uso della spiaggia con l’intento di tutelare il diritto dei cittadini all’accesso e alla libera fruizione del patrimonio naturale pubblico e garantirne l’utilizzo eco-compatibile in termini di sviluppo turistico, ricreativo e sportivo”.

È importante ricordare che il Pua – prosegue Chiossi – è uno strumento di programmazione e pianificazione senza alcuna valenza urbanistica, dunque, l’iter che seguirà prevede prima l’approvazione in Aula, poi la valutazione della Regione per capire se andrà sottoposto o meno a Vas (Valutazione ambientale strategica) e solo in una fase successiva, l’avvio del processo di partecipazione che coinvolgerà i cittadini e la conferenza di servizi. La delibera sulla quale oggi abbiamo espresso parere favorevole» in commissione «rappresenta – conclude Chiossi – un passaggio importante nel processo di riqualificazione del litorale romano, in quanto recepisce le osservazioni formulate dal consiglio del Municipio X che, amministrando e conoscendo bene il territorio, ha specificato quelli che sono i migliori usi delle aree, rendendo il Pua più aderente ai bisogni dei cittadini».

La sensazione da parte delle opposizioni è che il M5S, consapevole della ormai mancanza di una solida maggioranza in Consiglio comunale, abbia scelto la via della classificazione del Pua come un regolamento. Nel caso di una variante di Piano regolatore, infatti, servirebbe l’approvazione da parte di una maggioranza qualificata, numeri dei quali il M5S non dispone più.

Contro le determinazioni dell’amministrazione pentastellata si schiera Marco Possanzini, segretario di Sinistra Italiana X Municipio. “La prima anomalia del nuovo PUA, la più evidente – segnala Possanzini – è relativa al fatto che si continua a parlare di qualcosa, il PUA appunto, spesso completamente sconosciuto anche agli stessi Consiglieri che dovranno votarlo. Va ricordato, in particolare a tutti coloro che fanno della partecipazione una ragione di esistenza politica, che la proposta di Piano di Utilizzazione degli Arenili non è stata oggetto di alcuna forma realmente partecipata e pubblica di discussione così come previsto dalla delibera 57 del 2006. C’è poi la domanda da un milione di dollari a cui nessuno ancora è riuscito a rispondere: ma il PUA è un Regolamento oppure è una variante al Piano Regolatore? Tutto questo va chiarito, e anche nelle ‘pieghe’, perché si continua a definire Regolamento qualcosa che prevede come iter di approvazione lo stesso percorso previsto per le varianti al Piano Regolatore”.

Tra le criticità indicate da Sinistra Italiana c’è che “sulle spiagge libere poi abbiamo veramente toccato il fondo ed iniziato a scavare. Grandissima parte degli arenili liberi, gestiti dai concessionari d’ambito, verranno a ricadere nelle zone a ridosso degli stabilimenti esistenti nascosti quindi alla vista dalle strutture in cemento armato”.

Infine, “c’è poi la così detta ‘passeggiata lineare’ una specie di corridoio virtuale di ampiezza variabile, parallelo alla battigia, adibito all’esclusivo camminamento in quanto nulla ci si potrà posizionare sopra, che completa la quota di arenile ‘libero’ garantito ai cittadini. Ciò che viene quindi definito ‘spiaggia libera’ sarà tutt’altro che di libera fruizione, vista l’insistenza a ridosso delle strutture balneari, e sarà impossibile fare dei controlli sulla corretta applicazione delle indicazioni del PUA, delle eventuali ordinanze”.