Sono a rischio gli stipendi di febbraio dei dipendenti di Alitalia. I sindacati sollecitano il Governo, ma la questione appare di difficile soluzione
Sono a rischio gli stipendi di febbraio dei dipendenti di Alitalia. I sindacati sollecitano il Governo, ma la questione appare di difficile soluzione (leggi qui).
Per pagare gli stipendi di febbraio, infatti, serve la quota di ristoro pari a 20 milioni di euro. È la cifra che, secondo quanto s’apprende da fonti sindacali, il commissario straordinario di Alitalia, Giuseppe Leogrande, ha confermato nel corso del meeting che si è svolto con i rappresentanti di piloti e assistenti di volo di Anpac, Anpav e Anp.
Le risorse potrebbero arrivare con l’avallo dell’Unione Europea o con un anticipo del Governo.
Il commissario Giuseppe Leogrande lo ha già detto chiaramente ai sindacati ma l’Ue, che deve autorizzare l’ultima tranche dei 350 milioni stanziati dal decreto Ristori, ha chiarito nei giorni scorsi che non è scontato l’ok all’intera tranche dei restanti 77 milioni. L’orientamento sarebbe di concederne solo 50.
“Il Governo intervenga con urgenza con una soluzione pragmatica e strutturale per scongiurare il fermo operativo di Alitalia e garantire la continuità del pagamento degli stipendi a tutti i dipendenti”.
È la richiesta allora della Fnta, partecipata da ANPAC, ANPAV e ANP che prosegue: “I ritardi che si sono accumulati – si legge in una nota – e lo stato di incertezza che serpeggia tra i dipendenti, deriva dalla mancanza del dovuto coordinamento tra Alitalia in amministrazione straordinaria, Ita ed Enti e Ministeri a diverso titolo coinvolti.
“Alitalia è alla deriva e non c’è più tempo per tatticismi politici, aziendali e sindacali. Per i piloti e gli assistenti di volo che Fnta rappresenta è sempre più urgente ed essenziale che si dia seguito agli impegni presi e si agisca, tenendo in debito conto le normative nazionali e comunitarie e la necessità di presidiare con giudizio il mercato, per non commettere irreversibili passi falsi destinati a far fallire il progetto”.
Il dossier Alitalia arriva sul tavolo del nuovo Governo come uno dei più urgenti da affrontare. C’è interesse, allora, anche per le scelte del neoministro Giancarlo Giorgetti, che vigila sull’amministrazione straordinaria. Il problema più urgente è il pagamento degli stipendi di febbraio che, se non arrivano i ristori per il Covid, sono a rischio.
Resta poi il nodo del passaggio delle attività della vecchia compagnia: Bruxelles non vuole che avvenga con una trattativa diretta tra il commissario e Ita. Il trasferimento deve avvenire con una logica di mercato, per dimostrare una reale discontinuità economica
Il Mise avrebbe scritto a Leogrande sollecitandolo a predisporre un bando per la cessione degli asset. Altro dossier caldo sul tavolo del nuovo esecutivo Draghi è anche quello del riassetto azionario di Aspi.
L’ultima proroga concessa da Atlantia al consorzio formato da Cassa e dai fondi esteri Blackstone e Macquarie fissa al 24 febbraio il nuovo termine per l’offerta definitiva per l’88,06% della concessionaria. Finora Cdp e soci hanno valutato Aspi in un range tra 8,5 e 9,5 miliardi, con una revisione nella parte bassa della forchetta nell’ultima proposta.
Un valore ritenuto non equo dal fondo Tci, primo azionista di Atlantia, che va da mesi in pressing sull’Ue contro le mosse del governo italiano.
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