Dopo il giuramento sulla Costituzione davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, oggi, 13 febbraio, il neo premier Mario Draghi ha affrontato il primo Consiglio dei Ministri.
Molte le questioni sul tavolo: dal Piano nazionale per la vaccinazione ai fondi europei per il Recovery Plan, passando per il blocco dei licenziamenti, in scadenza il prossimo 31 marzo prossimo.
Il presidente del Consiglio avrebbe manifestato l’intenzione di cambiare le categorie con accesso prioritario alla vaccinazione. Nel programma dell’ex presidente della BCE AstraZeneca sarà somministrato prima agli insegnanti e agli over 55, e solo in un secondo momento alle fasce più giovani della popolazione.
Draghi preme per cambiare il Piano vaccini: priorità a insegnanti e over 55
Una rivoluzione, dunque, rispetto a quanto stabilito finora: nel Piano varato dal Commissario all’Emergenza Domenico Arcuri infatti, sulla base di quanto stabilito in precedenza dal Parlamento, è prevista la somministrazione di Pfizer e Moderna agli over 80, e di AstraZeneca soltanto alla fascia di cittadini con età inferiore ai 55 anni. A riportare la notizia del cambio di direzione da parte di Draghi è il Messaggero.
Priorità ai docenti, insomma, per ripartire quanto prima da un rilancio della scuola, nel piano del neo-premier Draghi.
Prima però occorre sbloccare il divieto imposto dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) all’utilizzo di AstraZeneca per gli over 55. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, insieme ad altre nazioni europee, come Germania e Francia, ha dato il via libera alla somministrazione del vaccino almeno fino ai 65 anni.
L’assessore D’Amato: “Dal primo marzo vaccino ai 55enni”
Nel Lazio intanto l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato annuncia: “Dal 1° marzo si parte con la somministrazione del vaccino AstraZeneca ai cittadini di 54 e 55 anni: basterà recarsi dal medico di base”.
“Ogni mese verranno vaccinate due classi di età”, spiega D’Amato in una nota. “E quindi, dopo i 54-55enni a marzo, ad aprile si passerà alle classi 53 – 52 anni”.
“Questa modalità è conseguenza della disponibilità limitata delle dosi del vaccino AstraZeneca” sottolinea l’assessore alla Sanità.
Il problema infatti resta ancora quello delle forniture: il colosso AstraZeneca, come già Pfizer e Moderna, ha tagliato del 60 per cento la quantità delle dosi in consegna.
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