I mercatini itineranti e le mostre-mercato sono tuttora vietati in tutto il territorio del Comune di Roma: una misura di prevenzione anti-contagio. Nel resto del territorio regionale, però, si svolgono regolarmente: per questo motivo i commercianti e i titolari dei banchi lanciano la protesta contro la decisione del Campidoglio.
L’appuntamento è per domattina alle 10 in via dei Cerchi, a Roma, nei pressi del Circo Massimo. Gli ambulanti chiedono l’adeguamento della normativa al resto del territorio laziale, e la ripresa del commercio con fiere e mercatini. Perché “a bloccare le attività è soltanto un cavillo, che però mette in crisi migliaia di famiglie”, dichiarano i venditori, raccolti nell’Unione Nazionale Organizzatori Eventi (UNOE).
Una manifestazione che si svolgerà davanti al Dipartimento Sviluppo Economico del Comune di Roma, perché – affermano i commercianti UNOE – “è qui il nodo da sciogliere, da mesi”.
Il Campidoglio, spiega il presidente UNOE, Alessandro Pollak, “ha equiparato le mostre mercato alle manifestazioni occasionali, come ad esempio le sagre”. Ma c’è “una sostanziale differenza tra questi eventi occasionali attrattori di folle, e i mercatini con ingresso contingentato che sono ciclici e attinenti a un’economia di settore che ha continuità”, prosegue Pollak.
Il risultato è che i caratteristici mercatini di Roma, che vincono regolarmente i bandi, sono bloccati da mesi. E mentre “i mercati stanziali continuano, e quelli rionali, spesso al chiuso, sono possibili, per gli organizzatori di mercatini – cui i romani sono fedelissimi – non c’è invece niente da fare“, sottolineano i rappresentanti dell’UNOE.
I mercatini di Casal Palocco, Ostia, Eur, Ponte Milvio, Conca D’Oro, Prati Fiscali, Balduina, Coppedé, Piazza Mazzini, Piazza dei Quiriti, e tantissimi altri sono fermi. “Si tratta di circa 20 mercatini al mese con una media di 80 piccole imprese espositrici, non solo del commercio tradizionale, ma spesso operanti nell’antiquariato, nel vintage, nell’artigianato, nei prodotti tipici DOP e IGP.
Senza contare che sono ospitate a titolo gratuito moltissime associazioni a sfondo sociale e umanitario che partecipano a questi mercatini in cui hanno una importantissima fonte di sussistenza.
“UNOE ha calcolato che questo cavillo del Dipartimento del Comune di Roma, oltre a mettere in ginocchio tutte queste persone (2000 famiglie romane), che spessissimo hanno in questa attività il loro unico reddito, porta al Comune stesso un danno erariale di 500.000 euro”, affermano i commercianti dell’UNOE.
“Siamo preoccupatissimi – afferma il presidente Alessandro Pollak – siamo tornati in zona gialla nel Lazio e per noi non cambia nulla: come viviamo fino a marzo? Il ristoro spetta infatti a chi è impossibilitato a lavorare, e lo Stato e la Regione non ci impediscono di lavorare, lo fa il Comune di Roma e ci è stato detto chiaramente che al Comune spetterebbe ristorarci”.
“A noi non interessano questi rimbalzi di responsabilità. Noi vogliamo solo lavorare nel rispetto della legge”, conclude Pollak.
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