La terza mareggiata in poco più di un mese produce danni ingenti: l’acqua ormai è vicina al marciapiedi del lungomare. E già per domani è prevista un’altra perturbazione
E’ la terza mareggiata dall’inizio della brutta stagione. E nuove ferite sono state inferte agli stabilimenti. L’acqua in un paio di punti è ormai a ridosso del marciapiedi del lungomare.
Sono le conseguenze della scellerata politica dilatoria della pubblica amministrazione i danni che per l’ennesima volta, la terza dall’inizio della brutta stagione, sono costretti a subire le strutture balneari. Stavolta, però, il dato ancora più preoccupante è rappresentato dal repentino avanzare del mare che ormai è a ridosso della massicciata che sostiene il marciapiedi.
Succede in lungomare Duca degli Abruzzi, davanti all’albergo Aran Blu, e in lungomare Lutazio Catulo, sotto la piattaforma di legno della zona di levante della “Vecchia Pineta”. Sotto la spinta del mare forza 8, l’acqua è arrivata a ridosso della base del marciapiedi. Il prossimo passo è quello di scavare al piede della massicciata e temerne lo sprofondamento. Successe già qualche anno fa alla “Vecchia Pineta”. Verso piazza Gasparri, sulla spiaggia libera, è stato disassato il lavoro recentissimo del X Municipio di posa delle passerelle in cemento per l‘accesso dei disabili all’arenile.
Per l’area che si trova a ridosso del Porto turistico la Regione Lazio si è decisa a pubblicare solo nei giorni scorsi l’avviso di manifestazione di interesse per un lavoro da un milione di euro in nuovi scogli che rimpiazzino quelli portati via dall’erosione (leggi qui). Non è ancora stata fissata la data dell’apertura del cantiere ma si rischia che sia troppo tardi per la stabilità del marciapiedi.
Non meno sfortunata l’esperienza della risibile incannucciata che l’assessorato municipale all’Ambiente ha fatto posizionare a protezione delle sventolate che rischiavano di trascinare la sabbia fin sulla strada. Il mare l’ha sventrata in più punti e la sensazione è che si sia sprecato denaro pubblico (80 mila euro) per una barriera che poteva e doveva essere posizionata in modo diverso.
Ovviamente i maggiori danni si sono registrati nelle strutture degli stabilimenti balneari. Al ”Aneme e Core” la furia delle acque ha scardinato alcune cabine dalla piattaforma in legno sulla quale poggiavano. Al ristorante “La Vittoria” il mare ha invaso le cucine del ristorante procurando danni ingenti. Onde distruttive anche alla “Conchiglia“. I problemi maggiori, com’è purtroppo consuetudine, si sono registrati alla “Nuova Pineta” dove è andata distrutta la terrazza del ristorante e la piscina rischia di cedere da un momento all’altro.
Resta vivo l’interrogativo sulle intenzioni dell’amministrazione che continua a tacere, quasi in una sorta di atteggiamento non solo dilatorio ma addirittura persecutorio nei confronti della categoria dei balneari. Si ha quasi la sensazione che, tra mancato rinnovo delle concessioni (scadenza giovedì 31 dicembre per 37 impianti balneari e per un chioscho di spiaggia libera), mancato rispetto della legge nazionale che fissa la proroga automatica fino al 2033, messa a bando delle concessioni per la sola stagione 2021 (leggi qui) e danni da mancata difesa della costa, dicevo, si ha il sospetto che chi ha responsabilità di governo locale e regionale confidi nella crollo della resistenza da parte dei concessionari.