Ragazzi sempre più insofferenti alle regole e ai divieti della pandemia. L’episodio di qualche giorno fa al Pincio e i vari assembramenti in giro per la città ci hanno spinti ad andare oltre i giudizi. Abbiamo provato a parlare con un gruppo di ragazzi per capire come i più giovani stiano vivendo questo momento. Il servizio è di Mara Azzarelli
Non c’è solo il Pincio. Dopo un anno oggettivamente difficile, i ragazzi danno segni di insofferenza alle regole. Si radunano sui muretti, in giro per la città, anche a Ostia.
Spesso le loro foto – come quelle del piazza del Popolo – rimbalzano in rete e loro vengono giudicati: incoscienti, irresponsabili, egoisti… sono gli appellativi più frequenti.
Molto chiara – a loro dire – la lettura di quanto accaduto alcune notti fa al Pincio. Qualcosa che non ha nulla a che fare con la pandemia. Spedizioni punitive che nascono sulla rete per messaggi o commenti fatti sempre sul web.
Confusi, stanchi e annoiati: ci sono sembrati così i ragazzi che abbiamo incontrato con l’intenzione di dar loro un’opportunità di spiegarsi. Di farsi capire.
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