Piano freddo, Acilia resta senza locali. Timori per i ritardi

Piano Freddo X Municipio: si punta all’accoglienza diffusa in alberghi e ostelli ma intanto i locali di Piazza Capelvenere non sono disponibili. Laboratorio Civico X teme non si arrivi ad un’accoglienza prima di Natale. 

Piano freddo, Acilia resta senza locali. Laboratorio Civico X teme ritardi.

Con il calo delle temperature torna l’emergenza freddo per i senzatetto. Il Decimo Municipio sta lavorando per far partire il piano per accogliere i senza dimora che vivono in strada e martedì scorso, 17 novembre l’assessore Germana Paoletti ha convocato una riunione con le associazioni del territorio proprio per discutere sull’argomento e raccogliere osservazioni e contributi. Quest’anno non è disponibile lo spazio su Largo Capelvenere ad Acilia essendo già predisposto per le funzioni del Giudice di Pace dunque è necessario trovare altre soluzioni. Si punta all’accoglienza diffusa in alberghi e ostelli.

All’incontro ha preso parte anche il Laboratorio Civico X che esprime alcune perplessità e teme per i ritardi.

«È un incontro utile, ma che evidenzia alcune criticità – commenta in un una nota il Laboratorio Civico – è improbabile si arrivi ad un’accoglienza prima di Natale, ma le temperature scendono.  La proposta è dunque un Progetto di cosiddetta ‘accoglienza diffusa’, cioè il reperire vari spazi, per lo più Ostelli e Hotel per accogliere in piccoli gruppi le persone senza fissa dimora.  Il Municipio non si attiva direttamente con gli Hotel ma con le Associazioni alle quali, attraverso una Manifestazione d’interesse, viene affidato il compito organizzativo dell’accoglienza. I fondi a disposizione quest’anno sono di circa 78 mila euro come primo acconto da parte del Dipartimento alle Politiche Sociali.»

«L’assessore ha manifestato la speranza di aprire prima di Natale e arrivare fino al 20 maggio 2021. Per chi ne ha bisogno ci auguriamo che il progetto di “accoglienza diffusa” proposto superi le prevedibili difficoltà legate al reperimento dei luoghi, ma soprattutto alla capacità delle Associazioni a prendersi totalmente in carico l’organizzazione. Ma sarà difficilissimo. Del tutto improbabile poi arrivare ad aprire prima di Natale. Siamo, ancora, decisamente, in ritardo. La strada – continua la nota – non può essere quella di inseguire l’emergenza.  Il nostro progetto è sempre quello di aprire una “Stazione di Posta” quale luogo di ‘accoglienza permanente’ che eviti di continuare a rincorrere ogni anno l’emergenza ‘freddo’.

Piano freddo: Timori per i ritardi. Paoletti: «auspico la partecipazione e l’interesse delle associazioni territoriali. Il bando sarà pubblicato lunedì»

Sulla questione ‘Piano Freddo’ torna a parlare l’assessore alle politiche sociali ed educative del Decimo Municipio Germana Paoletti che spiega il progetto attuale e per il futuro non esclude una Stazione di Postaanche nel Decimo Municipio.

«Abbiamo percorso in questi tre anni tutte le strade che portassero alla individuazione di un immobile per un’accoglienza strutturale e sistematica dei senza fissa dimora sul nostro territorio – dichiara l’assessore Paoletti – ma attualmente nessun immobile tra quelli possibili, che tra l’altro sono pochissimi, ha le caratteristiche idonee per questa funzione cioè la Stazione di Posta. In questo municipio il progetto di accoglienza che abbiamo trovato era costituito da un accampamento con tende di emergenza, segno che il problema è stato di difficile soluzione anche da parte del commissariamento e da chi lo ha preceduto. La stazione di posta è un progetto nel quale crediamo ed è probabile che trovi la sua realizzazione in un futuro che spero prossimo, tuttavia non possiamo e non vogliamo esimerci dal mettere in protezione le persone fragili che vivono all’addiaccio sul nostro territorio.»

«Il progetto di inclusione di quest’anno prevede, come sempre è stato, l’intervento delle associazioni e l’organizzazione di un accompagnamento e di cura che, come sanno bene gli stakeholder, è necessario e di vitale importanza per l’accoglienza dei senza fissa dimora. La ricettività da sola non basta, non è sufficiente, e porterebbe all’insuccesso totale dell’intervento. Per questo motivo, come viene fatto da tantissimi Comuni italiani, si passa attraverso un progetto inclusivo così come lo abbiamo proposto nel bando, quello che assolutamente auspico è la partecipazione e l’interesse delle associazioni territoriali affinché venga realizzato presto e bene.»
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