Con l’aumentare dei contagi da covid-19 nel Lazio la richiesta di bombole di ossigeno è triplicata: oltre ai pazienti cronici, che ne fanno uso quotidianamente, si sono aggiunti i malati di coronavirus curati a domicilio o nelle Rsa. Molti anche i cittadini che hanno fatto scorta in casa in forma preventiva, per averne a disposizione in caso di necessità improvvisa. Risultato: farmacie e distributori sono a corto di bombole.
“E’ un momento tragico, il covid-19 ha fatto schizzare in alto la domanda“, sottolinea il distributore Pacetti Ossigeno di Ostia. “I produttori non riescono a fornirci il materiale per far fronte all’aumentato fabbisogno, in relazione all’aumento dei contagi. E noi – spiega il distributore – siamo costretti a mettere in lista di attesa chi ne avrebbe bisogno, o a razionare il prodotto ritardando la consegna”.
“In trenta anni non ci è mai successa una cosa del genere: il produttore ci manda le bombole razionate. Ed è veramente difficile dire di aspettare giorni a chi ha bisogno immediato dell’ossigeno”, prosegue il distributore.
“Uno dei problemi principali è rappresentato dalla mancata restituzione dei vuoti. Non c’è mancanza di ossigeno, ma di recipienti. Senza le bombole vuote non possiamo fornire ossigeno nuovo ai pazienti che ne fanno richiesta”, spiega Pacetti.
“Spesso vengono trovati i vuoti lasciati accanto ai cassonetti, o peggio abbandonati nell’ambiente“, prosegue il distributore. Un comportamento errato, che mette a rischio l’approvvigionamento complessivo.
“Il fabbisogno è altissimo: dalle RSA fino ai pazienti in cura domiciliare. E sono troppi quelli che non restituiscono i vuoti, creando un grave ostacolo alla rimessa in circolazione delle bombole nuove”.
Carenza di bombole nelle farmacie, la testimonianza della Farmacia Cavalieri
“Ci è capitato di dover dire di no a clienti che ne avevano bisogno”, sottolinea la titolare della Farmacia Cavalieri di Ostia. “Servono più bombole per far fronte alle esigenze dei malati di covid-19”: i produttori sono stati colti alla sprovvista dalla pandemia, e ora “c’è carenza di materia prima”.
“Mancano i vuoti da riempire”, spiega la farmacista. “I pazienti crescono, sono molti di più del normale, e spesso le bombole vengono trattenute in uso e non rientrano i vuoti. Stiamo cercando di sensibilizzare gli utenti per far rientrare le bombole: c’è una piccola percentuale di pazienti che non la riporta”, conclude la farmacista.
I produttori: “Nessuna carenza di ossigeno, ma i cittadini restituiscano i vuoti”
“Sebbene l’emergenza legata al virus Sars-Cov-2 abbia determinato una crescita significativa della domanda di ossigeno, allo stato attuale non vi è alcun rischio di carenza del farmaco”, sottolineano l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Assogastecnici e Federfarma in una nota congiunta.
“Ma in questo stato emergenziale è di fondamentale importanza – sottolinea Federfarma – che i recipienti per l’ossigeno vengano restituiti alla farmacia appena svuotati, per rendere le bombole immediatamente disponibili al riempimento e al successivo utilizzo”.
Sono gli stessi produttori,inoltre, a sottolineare “l’aumento esponenziale della domanda di dispositivi medici quali bombole e contenitori criogenici”, e come la disponibilità di questi dispositivi sia attualmente “una potenziale criticità, tenuto conto che non è possibile né prevedibile aumentarne significativamente la disponibilità nei tempi brevi richiesti dalla pandemia”, conclude la nota.
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