Federazione nazionale Ordini dei medici: “Lockdown generale subito prima che sia troppo tardi”

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L’organizzazione sanitaria è in affanno e il virus galoppa: l’unica soluzione è il lockdown generale subito.

A sollecitare la soluzione radicale per frenare il contagio e la mortalità del covid-19 è il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) Filippo Anelli. Il prezzo che rischiamo di pagare, altrimenti, è quello di contare almeno 10mila morti da qui al prossimo mese.

L’affermazione di Anelli non è avventata né catastrofica: sono i numeri che parlano. «Considerando i dati di questa settimana come andamento-tipo e se li proiettiamo senza prevedere ulteriori incrementi – spiega il presidente Fnomceo in un’intervista all’Ansa – la situazione fra un mese sarà drammatica e quindi bisogna ricorrere subito ad una chiusura totale. O blocchiamo il virus o sarà lui a bloccarci perchè i segnali ci dicono che il sistema non tiene ed anche le Regioni ora gialle presto si troveranno nelle stesse condizioni delle aree più colpite», e «con la media attuale, in un mese arriveremmo ad ulteriori 10mila decessi».

Sul lockdown generale si sono scontrati il Comitato Tecnico Scientifico ed il Governo con la Conferenza delle Regioni. Il lockdown totale, rileva Anelli, «è una richiesta forte ma da più parti del Paese arrivano segnali molto preoccupanti. La situazione sembra sempre di più evidenziare un Sistema sanitario nazionale alle corde». I numeri «ci dicono che in questa settimana abbiamo avuto una media di 1000 ricoverati al giorno; ciò significa che, se il trend non cambia, nei prossimi 30 giorni, per l’Immacolata, avremo altri 30mila ricoverati che si aggiungeranno ai 26mila attuali». Sempre in questa settimana, afferma numeri alla mano, «abbiamo inoltre avuto una media di 116 ricoverati al giorno in terapia intensiva, quindi fra 30 giorni, sempre a trend invariato, avremo altre 3mila persone nelle Rianimazioni, per un totale di oltre 5mila pazienti in questi reparti. Ma circa 5mila – sottolinea – era la dotazione massima di posti letto disponibili nelle terapie intensive a marzo scorso, e se è vero che il governo ha aumentato il numero di posti letti a circa 11mila è però anche vero che oggi non abbiamo abbastanza medici e infermieri per gestire tali posti aggiuntivi».

Chiaramente con il sistema sanitario pubblico impegnato a fronteggiare l’esplosione di ricoveri e di patologie collegate al covid-19, la minaccia che si fermino i trattamenti di tutte le altre patologie è più che fondato. Episodi acuti cardiovascolari, malattie oncologiche, patologie neurologiche e la traumatologia rischiano di essere messi in coda rispetto all’ondata negli ospedali (leggi qui l’allarme lanciato dalla FIMMG). Infatti, l’altro «enorme rischio – aggiunge Anelli – è che si blocchino il resto degli interventi medici». Una scenario drammatico si prospetta, a trend invariato, anche in relazione ai decessi da Covid-19: «Nell’ultima settimana i morti sono stati in media 338 al giorno; in un mese, con tale media, arriveremmo a circa 10mila decessi». Così il sistema «non regge, anche perchè – avverte – gli effetti delle nuove misure restrittive non si vedranno prima di 20 giorni». Altro aspetto da considerare è che a gennaio «aumenteranno notevolmente i casi di influenza stagionale e sarà molto difficile, se non impossibile, gestire insieme le due emergenze. Il Servizio sanitario nazionale salta.». «Bisogna – conclude Anelli – arrivare al più presto alla misura più dura, ma necessaria, del lockdown generale».

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