Domani ricorrono i 45 anni dalla terribile uccisione di Pier Paolo Pasolini all’Idroscalo di Ostia. Per l’occasione, nonostante le limitazioni relative all’ultimo DPCM, diverse sono le iniziative organizzate in memoria del poeta, scrittore, regista bolognese, romano di adozione.
Domani, presso la Casa del Cinema di Roma, in Villa Borghese, si terrà un omaggio a Pier Paolo Pasolini a 45 anni di distanza dalla sua tragica morte. La Casa del Cinema aveva in programma una serie di iniziative sulla “lezione di Pasolini” che, a causa del nuovo DPCM, non possono avere luogo. Ma le restrizioni per l’emergenza sanitaria non hanno fermato la commemorazione che avverrà in maniera alternativa, online.
Infatti, sul sito www.casadelcinema.it e sulle pagine social, da domani, sarà pubblicata l’anticipazione del documentario “Pasolini prossimo nostro” di Giuseppe Bertolucci, che doveva tornare sul grande schermo proprio lunedì.
Ad accompagnare il film anche un incontro web, denominato, appunto, “Lezione di Pasolini”, a cui parteciperanno il direttore della Casa del Cinema, Giorgio Gosetti, che porrà l’accento sull’eredità morale e dei film di quello che è stato uno dei più grandi intellettuali del ‘900; Angelo Draicchio, produttore del documentario, ma anche David Grieco, che con il suo film “La macchinazione” ha ricostruito premesse e dramma della morte di Pier Paolo; ed infine Aurelio Grimaldi che evocò in immagini l’incompiuto “Nerolio”.
Sempre domani uscirà nella distribuzione online su iorestoinsala.it, il docu-film “In un futuro aprile – Il giovane Pasolini” prodotto dalla Tucker Film. La pellicola di Francesco Costabile e Federico Savonitto racconta la giovinezza friulana del regista e poeta e da domani verrà inserito nelle programmazioni virtuali di 40 sale italiane. La visione sarà introdotta, alle 20.30, dai due registi, collegati in live streaming tramite la piattaforma Zoom.
Era il 2 novembre 1975 quando Pasolini fu barbaramente ucciso all’Idroscalo di Ostia. Il suo cadavere venne ritrovato trucidato a terra in un bagno di sangue. La sua morte per anni è stata avvolta da un velo di mistero e tuttora, nonostante la condanna in via definitiva di Pino Pelosi, morto 42 anni dopo (il 20 luglio 2017) a causa di un tumore, molti particolari rimangono ancora da chiarire. Tanto che diverse trasmissioni televisive, film e documentari hanno più volte tentato di ricostruire la vicenda sentendo diverse testimonianze, tra cui anche il condannato, senza però arrivare ad un punto di svolta.
Diverse le ipotesi, tra cui anche il coinvolgimento di esponenti della mafia siciliana che avrebbero messo a tacere definitivamente quella che all’epoca era considerata una personalità scomoda per le sue idee e azioni rivoluzionarie. La versione “ufficiale”, comunque, rimane quella che ha portato alla condanna di Pino Pelosi: “abbordato” da Pasolini nei pressi della stazione Termini, Pelosi sarebbe stato portato in macchina dell’intellettuale bolognese fino ad Ostia, dove avrebbe ricevuto delle esplicite richieste di prestazioni sessuali sotto compenso, ma visto il rifiuto, sarebbe scattata una colluttazione. A quel punto “l’assassino”, per difendersi, avrebbe colpito Pasolini con una tavola di legno per poi travolgerlo ripetutamente con la macchina, fracassandogli la cassa toracica.
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