Caro tampone, in un laboratorio privato 50 euro per il test

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Fino a 50 euro per un tampone rapido: revocata la convenzione della Regione Lazio con un laboratorio privato. Da alcuni giorni i cittadini possono eseguire i tamponi rapidi anche presso le strutture a pagamento, a un prezzo massimo di 22 euro. Non tutte le cliniche abilitate, però, effettuano i test alla somma concordata. L’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato ha avviato oggi la procedura di revoca della convenzione con un Centro Analisi in zona piazza Bologna: il costo per effettuare un tampone arrivava a 50 euro.

Cinquanta euro per un tampone, cittadini in rivolta. La Regione Lazio revoca la convenzione con un laboratorio privato della Capitale

Caro-tampone: dopo aver atteso in fila per effettuare il test antigenico rapido presso una struttura privata del centro di Roma, non lontano da piazza Bologna, ad alcuni cittadini è stato chiesto di pagare 50 euro. Nonostante, però, il laboratorio compaia nella lista di quelli autorizzati dalla Regione Lazio a somministrarli a 22 euro. Gli utenti hanno scelto di non rimanere in silenzio, e infuriati hanno chiamato i carabinieri.

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Operatori sanitari analizzano un tampone

La rivolta dei cittadini è scattata quando alcuni di loro, convinti di dover pagare solo 22 euro come stabilito dalla Regione Lazio, si sono trovati a doverne pagare 50. L’aumento della spesa è stato giustificato dal laboratorio con una serie di voci aggiuntive, per prestazioni tutte parte integrante della procedura: 10 euro per la sanificazione da effettuare dopo ogni test compiuto, e 18 euro per l’atto del prelievo eseguito da personale specializzato.

E così, tra le persone in fila, è montata la rabbia. “Ci hanno chiesto ben 50 euro per il tampone”, racconta uno degli utenti. “Ventidue euro per il test, 10 per la sanificazione che effettuano dopo ogni persona e 18 euro per il prelievo fatto da personale specializzato. È una vergogna, perché la struttura compare nella lista della Regione che prevede un tetto massimo di 22 euro per questo test”.

Immediata la risposta della Regione Lazio: “E’ stata avviata la procedura di revoca per l’ambulatorio”, sottolinea l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato, “e la conseguente esclusione dall’elenco dei laboratori che si sono impegnati ad applicare il prezzo massimo per l’esecuzione dei test rapidi antigenici, secondo un accordo sottoscritto con le associazioni di categoria”.

“Giungono alcune segnalazioni di cittadini in merito a comportamenti opportunistici sulle tariffe applicate al pubblico dai laboratori privati, che in alcune circostanze raddoppiano o triplicano la tariffa concordata di 22 euro, o inseriscono dei sovraprezzi immotivati”, sottolinea l’assessore in una nota.

“E’ stato inviato formalmente all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e a tutti i Comandi dei Carabinieri dei Nas del Lazio l’elenco delle strutture autorizzate all’esecuzione dei tamponi e gli accordi sottoscritti con le associazioni di categoria Aiop, Anisap, Unindustria e Federlazio per garantire la sorveglianza su eventuali fenomeni distorsivi“.

Tutte le segnalazioni dei cittadini verranno puntualmente verificate e avviate le revoche delle autorizzazioni lì dove permanga una modalità difforme dall’accordo sottoscritto”, prosegue D’Amato.

“Chi non rispetta la tariffa calmierata verrà escluso dall’elenco delle strutture autorizzate”, conclude l’assessore alla Sanità.

 

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