Nuovo Dpcm in arrivo: in corso la riunione tra Governo, Regioni e Anci, l’associazione dei Comuni italiani, convocata dal ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia. In discussione le nuove misure per contenere la crescita del virus: lo stop a palestre e centri sportivi sembra ormai inevitabile. ”Non è questo il caso e il momento di un lockdown totale”, mette però le mani avanti il ministro Boccia. “Bisognerà stringere di più, ma non ci sarà alcun blocco generale come a marzo”, sottolinea.
A Palazzo Chigi riunione in corso: si decidono nuove restrizioni per fermare il virus, nuovo Dpcm in arrivo
Tra i temi sul tavolo una nuova stretta sull’orario di chiusura dei locali pubblici, e in particolare dei ristoranti. In discussione ci sarebbe l’ipotesi di una chiusura alle 20 o addirittura alle 18. E poi il blocco delle attività per palestre e centri sportivi, ventilato già la settimana scorsa e poi rinviato.
All’incontro, in videoconferenza, sono presenti anche il ministro della Salute Roberto Speranza e il Commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri.
Ma ”non è questo il caso e il momento di un lockdown totale”, sottolinea il ministro Boccia. Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella esclude ogni ipotesi di blocco generale: il Capo dello Stato lo ribadisce nel messaggio inviato poco fa all’assemblea della Confederazione dell’artigianato e della piccola e media impresa.
“Abbiamo fiducia nella nostra capacità di affrontare questo momento cruciale, con scelte e comportamenti che consentano di puntare alla ripresa della crescita”, sottolinea Mattarella.
A Palazzo Chigi intanto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha riunito i capi delegazione dei partiti di maggioranza, per fare il punto sulle restrizioni aggiuntive che dovranno essere inserite nel nuovo Dpcm in preparazione. Presenti anche i ministri direttamente coinvolti, la riunione è in parte in presenza e in parte in collegamento video.
A dirsi però “contraria a misure drastiche” e a chiusure anticipate per locali e ristoranti è la ministra Teresa Bellanova, di Italia Viva: troppo rischiose per l’economia le “pesantissime ricadute” che si riverserebbero sulla filiera agroalimentare, legata alla ristorazione per un valore di circa il 40%.