Polizia chiude 29 negozi compro-oro. Sequestrati 60 kg di preziosi di dubbia provenienza

Ben ventinove punti di compro-oro aperti in franchising su tutta Roma senza possedere le previste autorizzazioni. Non solo, i preziosi venivano acquistati con una pesatura approssimativa e senza riferimento alle quotazioni ufficiali. Per questo motivo la Questura di Roma ha disposto la chiusura delle attività ed il sequestro di ben 60 kg di oro e argento, oggetti dei quali dovrà essere valutata attentamente la provenienza.

Imponente operazioni di controllo da parte della Polizia di Stato Divisione Amministrativa e Sociale, diretta da Angela Cannavale,  in collaborazione con  13 Commissariati dislocati nella città.  Il delicato periodo legato all’emergenza “covid” ed alla conseguente fragilità economica di famiglie e imprese, determinata dalla mancanza di liquidità, impongono verifiche severe sul commercio di preziosi contro il rischio di illegalità e speculazioni in genere

I controlli amministrativi hanno riguardato 29 esercizi di compro-oro distribuiti sul territorio della Capitale e facenti capo ad un’unica Società milanese.

Dagli accertamenti effettuati è emerso che, benchè fossero aperti e funzionanti e, nonostante già nei giorni precedenti venisse reclamizzata su apposito sito internet la loro presenza quali sedi attive nella città di Roma, per nessuno di essi era stata rilasciata la relativa autorizzazione di polizia né la registrazione presso l’organismo vigilato dalla Banca d’Italia, come previsto dalla vigente normativa antiriciclaggio. Pertanto il Questore di Roma ne ha disposto l’immediata chiusura. 

Gli agenti della Questura e dei Commissariati, con un’azione coordinata hanno operato  simultaneamente i controlli  proprio al fine di impedire l’alienazione di oggetti o documenti utili a risalire all’effettivo svolgimento dell’attività abusiva che si svolgeva con le modalità inedite.

Polizia chiude 29 negozi compro-oro. Sequestrati 60 kg di preziosi di dubbia provenienza 1
Parte dei preziosi e del denaro sequestrato ai 29 negozi di compro-oro dalla Polizia di Stato

Tutti i 29 punti vendita, infatti, erano stati allestiti con appariscenti insegne (apposte sulle vetrine ricoprendone l’intera superficie) recanti la scritta “7 giorni su 7 – 9.00/20.00 Orario continuato”, “Compro Oro”, “Subito in contanti” oltre ad essere pubblicizzate sul sito internet ed erano suddivisi in  7 “zone” a ciascuna delle quali faceva capo un “buyer” addetto alla valutazione degli oggetti;.

A ciascun “Buyer” veniva fornito dall’organizzazione un equipaggiamento uniforme: in particolare ciascuno di essi quotidianamente passava a ritirare presso la sede principale di Roma uno zaino con all’interno un tablet,  reagenti per la verifica dei metalli preziosi, piastra abrasiva per testare i metalli, lima, pinza, calcolatrice, somme di denaro contante, bilancia di precisione (peraltro priva della prevista certificazione).

Gli operatori dedicati all’accoglienza clienti erano reclutati mediante contratti di somministrazione lavoro  con un’agenzia di lavoro interinale e, una volta presentatosi il cliente per vendere l’oggetto prezioso, contattavano un centralino della casa madre di Milano attraverso la quale veniva inviato il “buyer” di zona,  incaricato di valutare la merce offerta. Quest’ultimo, dopo aver effettuato una pesatura approssimativa e senza effettuare un preciso rapporto con la quotazione ufficiale del metallo, ne corrispondeva il prezzo mediante denaro contante anche sopra la soglia prevista dalla legge antiriciclaggio.

Una volta concluso l’acquisto, il buyer aveva l’incarico di portare gli oggetti preziosi presso il punto di raccolta unico per Roma, dal quale poi periodicamente tutto l’oro e l’argento veniva spedito a Milano presso la sede della società. Ciò quindi in palese violazione anche della normativa che impone che i preziosi acquistati oltre ad essere dettagliatamente descritti su schede immodificabili e conservate agli atti del negozio, vadano tenuti presso la stessa sede per almeno dieci giorni prima di essere portati via per la fusione.

Al termine dell’operazione gli agenti hanno sequestrato nei punti vendita, oltre a vario materiale documentale e tablet, oggetto di ulteriori accertamenti, anche 60 chilogrammi di monili in oro ed argento sui quali gli operatori di polizia stanno sviluppando approfondimenti al fine di chiarire se siano provento di furto. Sequestrate anche diverse migliaia di euro in contanti.