“Manca meno di una settimana alla riapertura dei Centri anziani, chiusi da sette mesi ma dal Campidoglio non arriva alcun segnale. Neanche la proroga dell’obbligo di chiusura di quello che, va ricordato, è un servizio pubblico”. A Parlare è Gioacchino Assogna, 79 anni, presidente del Centro Anziani “Lo Scarriolante” di Ostia Antica.
“È trascorsa l’estate – aggiunge Assogna – e il Comune di Roma Capitale non ha fatto nulla per darci certezze circa l’apertura in sicurezza: la sanificazione è degli ultimi giorni di giugno, non c’è stata né la fornitura di dispositivi di protezione né la manutenzione dei condizionatori per aria fredda e calda e degli spazi esterni all’aperto. Anzi resta a carico dei Presidenti dei centri la responsabilità della riorganizzazione degli spazi e delle attività, come se non fosse un servizio pubblico”.
A oggi, 25 di settembre, ancora non si sa se e come potranno riaprire il 1° ottobre, a fronte dell’ordinanza della Sindaca che stabilisce a fine settembre la data ultima di chiusura. “Per via informale – sottolinea Assogna – ci è stato detto che la sindaca non firmerà un’ordinanza di proroga della chiusura ma al X Municipio c’è l’intenzione di fare una riunione tra presidenti dei centri anziani proprio il 1° ottobre”.
“Rimbomba il silenzio di Roma Capitale – denuncia Erica Battaglia della direzione regionale del Pd – anche sull’adeguamento del nostro comune alle linee guida regionali che regolano il funzionamento dei centri: nessuno si sente di convocare i presidenti dei centri o anche di predisporre un tavolo con i Municipi visto che è previsto un percorso di costituzione di associazioni senza il quale non sarebbe possibile in futuro alcuna attività? Resta la domanda: ma a Roma si parla di centri anziani? Esiste un luogo istituzionale dove costruire insieme le politiche per la terza età? Sembrano domande retoriche, ma crediamo sia anche giunto il tempo di ridare valore alla partecipazione e dignità agli anziani della nostra città. Si sono persi mesi dietro lo spettro di un nuovo regolamento che prevedeva addirittura due presidenti: un’assurdità. Non si perda altro tempo con idee bizzarre, con diatribe interne alla maggioranza che governa la città o a posizionamenti che poco interessano alla popolazione: sono quasi 5 anni che aspettiamo il cambiamento e invece vediamo solo disservizi”.
“Nel resto del Lazio – conclude Assogna – i Centri anziani sono aperti, nel rispetto delle linee guida regionali. A Roma, invece, non si è voluto dare attuazione a quelle norme e si è preferito tenere chiuse le strutture”.