Trasporti, emissioni zero entro il 2040 o sarà la catastrofe ambientale

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È possibile decarbonizzare il settore dei trasporti – che negli ultimi anni è stato responsabile del 27% delle emissioni totali di gas serra a livello europeo – e portarlo a emissioni zero entro il 2040?

Trasporti, Greenpeace: decarbonizzare e portare il settore a emissioni zero è possibile e benefico per l’economia

La risposta che arriva dall’ultimo rapporto firmato Greenpeace è che sì, non solo è possibile, ma è anche l’unica via che abbiamo per contrastare l’emergenza climatica. E soprattutto per limitare l’aumento medio della temperatura globale entro 1,5 gradi centigradi, come ci chiede la scienza per evitare la catastrofe globale.

Lo studio di Greenpeace mostra una tabella di marcia (leggi qui il documento) che spiega le tappe di questo percorso, contenuta nel report lanciato questa settimana dal Climact e NewClimate Institute e dall’organizzazione ambientalista.

I passi da compiere sono chiari, e tutti alla nostra portata: l’Europa deve alimentare i trasporti attraverso le energie rinnovabili, evitare i biocarburanti e ridurre significativamente la sua quota di emissioni di gas serra, trasformando il modo in cui le persone e le merci si muovono.

TRASPORTI

Mentre le emissioni di gas a effetto serra (GHG) provenienti da altri settori hanno subito un rallentamento o un calo, le emissioni dei trasporti in Europa hanno continuato a salire. Nel 2017, le emissioni legate ai trasporti sono aumentate del 28% rispetto al 1990.

“Il cambiamento che auspichiamo è senz’altro di natura tecnologica, poiché abbiamo urgente bisogno della elettrificazione rapida del settore e di un aumento dell’efficienza dei trasporti, ma non solo. Riguarda anche il modo in cui siamo abituati a pensare i nostri spostamenti in città, ad esempio, il passaggio ad alternative sostenibili e lo stop alla circolazione dei motori a combustione interna – cioè le nostre auto a diesel, benzina o gas – entro il 2040”, sottolinea il rapporto Greenpeace.

Elementi essenziali della transizione dovranno essere il miglioramento delle infrastrutture per la mobilità ciclistica e pedonale nelle città, investimenti significativi e continui nel trasporto pubblico, nelle ferrovie, in treni e autobus. Bisogna anche avere il coraggio di eliminare i voli a corto raggio e di fermare tutti gli investimenti nel settore dei trasporti ad alta intensità di carbonio e CO2, come nuovi aeroporti e autostrade.

“All’Europa e al governo italiano chiediamo di dare priorità, nella ripartenza post-Covid, a persone, ambiente e diritti dei lavoratori, invece che al profitto delle aziende. E di agire per garantire che la mobilità sia realmente sostenibile e accessibile a tutti”, conclude Greenpeace.

 

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