Terremoto di Amatrice, condannati 5 costruttori e dirigenti per il crollo di due palazzi

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Foto di repertorio

Tutti condannati i 5 imputati del processo per i crolli delle palazzine ad Amatrice, durante il terremoto che il 24 agosto del 2016 quattro anni fa distrusse i più bei paesi dell’Italia centrale. Poco fa la sentenza: il tribunale di Rieti ha sancito pene per un totale di 36 anni di carcere. Si tratta dei costruttori e dei dirigenti coinvolti a vario titolo nella costruzione e nella ristrutturazione dei palazzi popolari dello Iacp, che alla prima scossa del terribile sisma di quattro anni fa si sbriciolarono, causando la morte di 18 persone.

Amatrice, la sentenza del processo per i crolli delle palazzine: accolte tutte le richieste dell’accusa

Il giudice di primo grado del tribunale di Rieti, Carlo Sabatini, ha accolto le tesi dell’accusa: i cinque imputati del processo per i crolli dei palazzi popolari di piazza Sagnotti, ad Amatrice, sono tutti colpevoli.

Come richiesto la settimana scorsa dal pubblico ministero, Rocco Gustavo Maruotti, il giudice ha stabilito 9 anni di carcere per Ottaviano Boni, direttore tecnico dell’impresa costruttrice Sogeap, 8 anni per Luigi Serafini, amministratore unico della stessa azienda, 7 anni per Franco Aleandri, allora presidente dello Iacp, 5 anni per Maurizio Scacchi, geometra della Regione Lazio-Genio Civile, e 7 anni per Corrado Tilesi, ex assessore del Comune di Amatrice.

Secondo la tesi del pm, accolta dal giudice di primo grado, i palazzi popolari furono ristrutturati dopo il terremoto de L’Aquila del 2009 ma senza rispettare le norme antisismiche.  

Per tutti il reato è quello di omicidio colposo plurimo, crollo colposo, disastro e lesioni. Il tribunale, inoltre, ha condannato i cinque imputati e i responsabili civili (Ater, Regione Lazio e il Comune Amatrice) al risarcimento dei danni in favore delle parti civili.

“È stata fatta giustizia per intere famiglie sterminate”, ha dichiarato al termine della lettura della sentenza Wania Della Vigna, avvocato dei familiari delle vittime.

Quelle palazzine gemelle, costruite in cemento armato dallo Iacp tra 1973 e il 1977, crollarono come castelli di carte senza lasciare scampo a chi le abitava”, ha sottolineato Della Vigna.

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