Fase 2, Bordoni: “Per bar e ristoranti tutto rimandato di un mese”

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“L’Italia muore nel tentativo di uccidere il virus”: cosi’ il consigliere capitolino Davide Bordoni commenta le nuove misure disposte dal governo per la cosiddetta “Fase 2“.

Fase 2: “Per bar e ristoranti tutto rimandato di un mese” attacca Bordoni

Servizi alla persona, bar e ristoranti: tutto rimandato di almeno un mese – attacca Bordoni – non ci si rende conto che di questo passo le attività non riapriranno proprio! L’inefficienza di questo governo e la sua inadeguatezza stanno distruggendo il nostro sistema produttivo e di questo passo sarà impossibile parlare di ripresa. Pochissime riaperture, l’ennesima autocertificazione per gli italiani, limitazioni alla libertà che mortificano l’economia e soprattutto la nostra dignità umana.  – prosegue – L’Italia così muore nel tentativo di uccidere il virus. Tutti coloro che sono in grado di lavorare dovrebbero farlo da subito e nel rispetto delle norme di sicurezza. Mascherine e tamponi per tutti sono una priorità e a cura dello stato, altro che prezzi calmierati.

La pazienza degli italiani ha un limite, – conclude Bordoni – gli assurdi vincoli imposti alla mobilità, addirittura le chiese ancora sbarrate e i funerali a numero chiuso, invece di proposte serie per la ripartenza in sicurezza danno il segno di questo governo, il peggiore di sempre nel momento più difficile per la nostra Italia”. 

Fase 2, CNA: “Le aziende sono ormai allo stremo”

Dello stesso parere la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Nedia Impresa: “Le aziende sono ormai allo stremo delle forze e non riusciranno a resistere ancora per molto – si legge in una nota – chiediamo che almeno acconciatori ed estetiste possano riprendere a breve la loro attività. Il comparto può già offrire tutte le garanzie necessarie a tutela di clienti e dipendenti, rispettando le più rigorose norme igienico-sanitarie.”

I dati, in effetti, sono a dir poco allarmanti: secondo il centro studi della Cna di Roma, la stima delle imprese a rischio chiusura per alcuni settori si aggira intorno al 40% e questo riguarda soprattutto il comparto del commercio e delle gelaterie.