Nuovo ponte della Scafa: arrivano i “rendering”

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Grazie ai rendering fatti realizzare dall’Associazione “amici del lungomare” a partire dal progetto originale, si può finalmente osservare l’aspetto realistico del nuovo ponte dalle Scafa che in un futuro prossimo dovrebbe collegare Ostia e Fiumicino.

Alcune associazioni locali  avanzano forti perplessità sul progetto del nuovo ponte della scafa a causa delle dimensioni dell’opera.

« Bisogna fare un ponte che funziona meglio ma non c’è bisogno di metterlo a oltre 18 metri di altezza, per capirci come un palazzo di quasi sette piani – dichiara l’architetto Bruno Spinozzi – tutto il traffico dalla via del Mare a viale dei Romagnoli dovrà essere incanalato, portato attraverso un tracciato in piano e poi un’arrampicata creando dei viadotti veri e propri. É assurdo – continua – anche perché, una volta arrivati dall’altra parte ci si deve incanalare a 30 chilometri orari sulla striscia che va all’Aeroporto. Il problema non verrà risolto».

Si andrebbe a realizzare, dunque, una vera e propria barriera tra Ostia e Ostia Antica, che invece attualmente godono di una benefica continuità.  Oltretutto, l’opera rischia di compromettere l’iter per il riconoscimento dell’area archeologica come patrimonio Unesco: in effetti, a nessuno verrebbe mai in mente di installare un sipario di cemento davanti a Pompei.

Un altro capitolo del nuovo ponte della Scafa è quello relativo all’iter autorizzativo, che interessa vari enti: tra cui Soprintendenza, Consorzio di Bonifica e commissione di riserva.

«Ci sono autorizzazioni che il Comune ha avuto tra il 2007 e il 2008 che ovviamente sono scadute – spiega Spinozzi – i permessi sono tutti da rivedere e questo fa prevedere anni di attesa. La nostra proposta è quella di fare solo il nuovo ponte ma non a questa altezza. Possiamo alleggerire comunque il traffico. L’architetto propone poi di utilizzare i fondi a disposizione per fare il ponte di Dragona che è fermo proprio per mancanza di soldi.

Le associazioni hanno scritto al ministro Franceschini per metterlo al corrente delle ricadute del nuovo ponte – così come è stato concepito, dal punto di vista ambientale, paesistico e culturale

«È nostra convinzione che tutti coloro che sono consapevoli della minaccia ambientale su di un nostro bene culturale primario e soprattutto coloro che sono per istituto a ciò specificatamente preposti debbono fare di tutto per scongiurarla – scrivono  – imporre ai visitatori del Parco Archeologico la vista di una muraglia di cemento che chiude l’orizzonte sarebbe mortificante per tutti e vergognoso per chi l’ha permesso.»