Tra i settori più colpiti in assoluto dalla crisi scatenata dall’emergenza Covid-19 spiccano i lavoratori dello spettacolo. A lungo hanno atteso gli aiuti economici per il periodo della quarantena: ora, con le restrizioni che la Fase 2 prevede per spettacoli teatrali, concerti e set cinematografici, rischiano di rimanere tagliati fuori dalla ripresa, senza reddito e senza tutele.
Spettacolo, i lavoratori scendono in piazza
Tecnici, impiegati, artisti, scenografi, musicisti, attori, facchini: dal 23 febbraio sono a casa senza percepire reddito e senza sapere se e quando ricominceranno a lavorare. Sabato 30 maggio dunque la rete degli Autorganizzati dello Spettacolo di Roma ha deciso di scendere in piazza per chiedere a gran voce un reddito per chi non ha più entrate e l’apertura di un tavolo di confronto con il Governo. L’appuntamento è a piazza di San Giovanni in Laterano a Roma, alle ore 15.00.
“Le luci – sottolineano i lavoratori Autorganizzati dello Spettacolo Roma – si accenderanno in pochi grandi teatri, su qualche set e torneranno anche quest’anno a illuminare le notti dell’estate romana, fatta di poche riaperture spettacolarizzate mediaticamente”.
“I riflettori si spegneranno invece sui problemi reali di migliaia di lavoratori e lavoratrici che continueranno a restare a casa vedendosi revocare, nei prossimi mesi, anche quei pochi ammortizzatori sociali, già di per sé insufficienti, messi in campo dal governo”, dichiarano in una nota.
“I protocolli di sicurezza che ci stanno proponendo sono inadeguati alle mansioni della maggior parte di noi, dal facchino all’artista, perché sono stati discussi e decisi senza interpellarci, senza tenere conto delle specificità delle diverse mansioni che si intersecano durante la produzione di uno spettacolo, sul palco o dietro di esso”.
“I concerti dal vivo subiranno uno stop che sarà ancora lunghissimo. Per alcune figure professionali, la biglietteria ad esempio, si prospetta la progressiva sostituzione con le macchine, mentre per altre come il personale di sala un aumento di carichi di lavoro e responsabilità”.
La richiesta di un nuovo contratto e del blocco dei licenziamenti
“Vogliamo un nuovo e unico CCNL, nuove norme previdenziali, il blocco dei licenziamenti e la conferma degli stagionali per 2 anni, un reddito di emergenza che ci porti fuori da questa crisi”, sottolineano i lavoratori dello spettacolo.
“La grande maggioranza di noi resterà fuori dal mercato del lavoro: stagionali, intermittenti, contratti a termine che non saranno rinnovati, la parte più debole del nostro settore sarà la più colpita, così come i più colpiti dagli oneri della riapertura (riduzione capienza, costi sicurezza) saranno le piccole compagnie teatrali e le realtà territoriali che con passione promuovevano forme diverse di cultura e socialità rispetto a quelle propinate dall’industria dell’intrattenimento”.
La manifestazione di sabato 30 maggio è indetta dal coordinamento nazionale dei Professionisti dello Spettacolo, e prevede sit-in dislocati in tutto il Paese.
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