Il piano della Regione Lazio per mappare la diffusione dell’epidemia di Covid-19 entra in fase operativa. E grazie all’accordo siglato con strutture pubbliche e laboratori privati i test sierologici sono ora disponibili per tutti i cittadini.
Test sierologici, la mappatura del contagio
Il governatore Nicola Zingaretti ha dato il via al programma per effettuare 300mila test sierologici con prelievo di sangue per l’individuazione del virus, iniziando dalle categorie più esposte: operatori sanitari, lavoratori delle Rsa, Forze dell’Ordine. I risultati dei test permetteranno agli epidemiologi di tracciare l’andamento del contagio da Sars-Cov-2, e soprattutto mettere in atto tempestivamente le misure necessarie a evitare l’insorgere di nuovi focolai. Esaurite le categorie a rischio si proseguirà poi con i dipendenti pubblici, i detenuti, e via di seguito.
L’obiettivo della Pisana, come sottolineato nei giorni scorsi dall’Assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato, è quello di favorire la strategia finora più vincente contro il virus, su cui convergono i pareri di tutti i maggiori epidemiologi, ovvero quella delle tre T: testare, tracciare, trattare.
“Questo sistema – ha commentato D’Amato – ci permette di avere una mappatura di come il virus ha circolato, di avere tutti i dati inseriti a sistema e di sottoporre tempestivamente al tampone le persone asintomatiche risultate positive al test di sieroprevalenza. Ci siamo dotati di regole operative certe per consentire ai cittadini di accedere ad un percorso di esecuzione e registrazione del test sierologico. Nella seconda fase la parola chiave è integrazione tra il test e i tamponi. Dovremmo testare, tracciare e trattare” .
Attraverso il prelievo venoso è possibile infatti determinare la presenza degli anticorpi specifici per il Coronavirus, tramite il monitoraggio delle cosiddette immunoglobuline IgG e IgM. Queste ultime indicano la presenza di un’infezione attiva, mentre le IgG al contrario mostrano l’avvenuta esposizione al virus. In caso di positività al test sarà obbligatorio effettuare il tampone.
L’accordo con le strutture pubbliche e private
Il piano della Regione prevede per tutti i cittadini la possibilità di effettuare i test sierologici nei laboratori analisi delle varie Asl, tramite prelievo venoso analizzato con modalità ELISA e CLIA, metodi molto più affidabili rispetto al semplice pungidito, la goccia di sangue estratta dal dito indice inizialmente utilizzata da alcune strutture private. Con in mano la prescrizione del medico di base dunque ci si potrà presentare e sottoporre al prelievo: in caso di esito positivo sarà obbligatorio il tampone.
Il presidente Zingaretti ha siglato inoltre un accordo con 172 strutture private, presenti sul territorio regionale, per permettere a chiunque di sottoporsi volontariamente al test. Sia nelle strutture pubbliche che private il prezzo fissato è di 15,23 euro, a carico del cittadino e con la prescrizione del medico di base. Senza la ricetta sarà possibile ugualmente sottoporsi al test nei laboratori privati, pagando un prezzo massimo di 45 euro.
Per i tamponi, previsti in caso di esito positivo del test sierologico, pronte le postazioni drive-in in tutto il Lazio.
Nella Asl Roma 3 i laboratori pubblici dove poter effettuare i test sierologici sono quelli dell’Ospedale san Camillo-Forlanini, dello Spallanzani e dell’Ospedale Grassi di Ostia.
Per quanto riguarda la Asl Roma 4 sono disponibili le strutture dell’Ospedale Padre Pio di Bracciano e dell’Ospedale San Paolo di Civitavecchia.
Chi risiede nel territorio della Asl Roma 6 può recarsi presso l’Ospedale San Sebastiano Frascati e gli Ospedali Riuniti Anzio-Nettuno.
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