A scendere in campo per la difesa e la riapertura della “Casina nel bosco”, a Castelfusano, location della scena cult del flipper in “Troppo forte”, è lo stesso regista e attore di quella pellicola, Carlo Verdone.
Dopo il nostro articolo, rilanciato da Il Messaggero, l’attore e regista sollecita l’amministrazione comunale ad assegnare la gestione del bar di “Troppo forte”
L’interprete di Oscar Pettinari lancia l’appello, rivolto essenzialmente all’amministrazione capitolina proprietaria dell’esercizio commerciale, dalle pagine de “Il Messaggero”, testata romana che (come altre online) ha ripreso la nostra notizia (leggi qui).
A intervistare il regista, autore del libro best seller “La carezza della memoria” in questi giorni in libreria, è Gloria Satta, giornalista profonda conoscitrice del mondo cinematografico. A rivelare che la “Casina nel bosco” era stata location dell’incipit del film è il volume “Ostia set naturale” che documenta i set di circa 130 film girati sul litorale romano..
Verdone su Il Messaggero esordisce sottolineando il suo stato d’animo dopo aver appreso dello stato di abbandono e del rischio di vandalizzazione del baretto: «ci sono rimasto malissimo: quel locale, immerso nella pineta di Castel Fusano, non soltanto aveva ospitato le riprese del mio film. Era anche un punto di riferimento per tanti romani. I luoghi della nostra memoria vanno preservati, ma la burocrazia favorisce il degrado. Non solo a Roma, in tutta Italia».
Il regista racconta anche del perché, in quel lontano 1986, scelse la Casina nel bosco per girare la scena cult di “Troppo forte”. «Cercavo un posto che mi permettesse di scorrazzare con la moto nel verde e rimasi colpito dalla poesia della Casina – ricorda Verdone – A conquistarmi fu l’umanità che la popolava. Apprezzai la semplicità del posto e mi piacque tanto anche il vecchio flipper piazzato in un angolo».
La chiusura con il conseguente abbandono del baretto irrita il regista. “Sapere che non è ancora uscito il bando che riassegna la concessione e il baretto rischia di sparire mi provoca una grande rabbia – osserva – La vicenda di quel locale è l’ennesima conferma che le lungaggini burocratiche stanno devastando non solo la nostra città ma l’intero Paese. L’immobilismo delle istituzioni genera il degrado e anche il cattivo esempio: se non c’è attenzione per il bene pubblico, come possiamo aspettarci un comportamento rispettoso da parte della gente?”.
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Vuoto e a rischio vandali il bar del flipper di “Troppo forte” (VIDEO)