Gli operatori turistici reclamano a gran voce il passaporto vaccinale

Gli operatori turistici lo reclamano a gran voce, e aspettano il sì definitivo che potrebbe dare nuovo slancio alla stagione estiva. Intanto, in Europa impazza il dibattito

vaccino
Il passaporto vaccinale varca le frontiere di 27 Paesi dell’Unione Europea ma stenta a prendere il volo. Se da una parte è stato dato l’ok a sviluppare una rotta comune per il suo sviluppo in Europa, dall’altra ancora non si è configurato come un requisito necessario per poter viaggiare, restando così momentaneamente in stand-by.
Gli operatori turistici lo reclamano a gran voce, e aspettano il sì definitivo che potrebbe dare nuovo slancio alla stagione estiva. Intanto, in Europa impazza il dibattito.

Passaporto vaccinale: voci dal Vecchio Continente

La questione dei passaporti è sotto i riflettori dei leader europei. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ribadisce l’esistenza di un accordo di principio ma allo stesso tempo spiega che ci “sono ancora questioni politiche e scientifiche in sospeso”.
Ed è consapevole che se non si riuscirà a mettere a punto il sistema vaccinale le iniziative bilaterali degli Stati membri potrebbero creare ancora più difficoltà: “Servirebbero almeno tre mesi per lo sviluppo tecnico di un sistema inter-operabile europeo per i passaporti vaccinali. I leader Ue hanno trovato un accordo sull’utilizzo di una serie di dati minimi nel passaporto che potrebbero essere utili per dare informazioni sulla presunta immunità dei cittadini. Le informazioni confidenziali, che riguardano la vaccinazione, la negatività a un test e l’eventuale sviluppo di anticorpi, devono essere pertinenti a livello transfrontaliero”.

Intanto il presidente francese, Emmanuel Macron, in vista della riapertura dei luoghi di cultura e dei ristoranti, riunirà la prossima settimana i membri del Governo per mettere a punto il “pass sanitario” che non sarà un “passaporto vaccinale“. Uno strumento da preparare a livello tecnico, giuridico e politico e che innescherà “molte questioni tecniche, di rispetto dei dati individuali, di organizzazione delle nostre libertà”. Il premier francese è consapevole della grande confusione sul tema ma mette in guardia “dobbiamo evitare che ciascun Paese sviluppi un proprio sistema, lavorando a una certificazione medica comune“.

Angela Merkel ha confermato la necessità di un documento digitale che certifichi il vaccino e che sia compatibile nei diversi Paesi europei. Secondo la cancelliera tedesca dovrebbe essere pronto per l’estate, ma ancora non sarebbe stata presa una decisione politica in merito.

Sulla questione è intervenuto anche il premier greco Kyriakos Mitsotakis, che ha messo in guardia sull’intervento del settore privato, e in particolare delle grandi aziende della tecnologia nello sviluppo di ‘pass Covid’ per tornare a viaggiare. “Se non lo facciamo come Ue, e se non lo facciamo al più presto, altri, come le Big tech lo faranno per noi“.

Gli operatori turistici premono per accelerare i tempi

Bene che ieri, in occasione del Consiglio Europeo, si sia parlato dei passaporti vaccinali, ma i tempi stringono. –  commenta Maria Carmela Colaiacovo, vicepresidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi – Dobbiamo far ripartire il prima possibile le nostre imprese.

Pur consapevoli che per risollevare le sorti del turismo serve un’accelerazione nella campagna di vaccinazione – scrive la vicepresidente in una nota – è essenziale sin da ora lavorare a un passaporto vaccinale che permetta alle persone immunizzate di tornare già da subito a muoversi.

Ma è altresì importante dare comunque la possibilità di viaggiare a tutti, nel rispetto della sicurezza e con tutte le dovute cautele. Per questo è necessario individuare corridoi sicuri per lo spostamento dei viaggiatori e procedere a una programmazione vaccinale per i lavoratori del settore alberghiero e del turismo in generale, garantendo un alto livello di competitività dell’offerta italiana rispetto ad altre realtà europee che a oggi hanno già previsto un piano di intervento ad hoc“. – conclude Colaiacovo.

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