Nel Presepe di Oscar De Luca ci sono casette che ha costruito con le sue mani quando aveva 9 anni. Più di mezzo secolo dopo, a 62 anni d’età, il presepista-barista continua a realizzare capanne, rocce, laghetti, praticelli, tutto rigorosamente in modo artigianale.
E’ uno spettacolo di passione e amore il Presepe che Oscar De Luca propone per il nono anno consecutivo alla visione di amici e clienti nel bar “Star on the beach” al box 845 del porto turistico di Roma. Sono 25 metri quadrati di curiosità e raffinato artigianato.
Di professione Oscar fa il barista ma quella di presepista è una passione che richiede quasi lo stesso tempo e la medesima dedizione. “Per allestirlo ci vuole non meno di un mese ma per la realizzazione del paesaggio e delle ambientazioni impiego tutto l’anno” rivela davanti al suo Presepe, un incantevole scenario di rocce in cartapesta, prato, casette, laghetti e luci. “Nella parte più alta della scenografia ci sono ancora le casette che realizzai quando avevo nove anni”.
La cura dei dettagli è impressionante. Sono riprodotte le botteghe dei mestieri: il fornaio, il pizzaiolo, il norcino, il fruttivendolo. Gli impasti di pane sono pronti per essere messi nel forno, le pizze appena sfornate sembrano diffondere il loro profumo, una donna sul terrazzo sta percuotendo il tappeto con il battipanni. “Le statuine non le preparo io, le compro da ceramisti di fiducia – sottolinea Oscar – ma tutto il resto è frutto di lavoro artigianale. Le casupole sono scatole di scarpe trattate con sabia e vinavil, i lampioni sono ricavati dalle gabbiette di spumante. Insomma, mi sono specializzato nel riuso di materiali di scarto“.
Magari c’è qualche imperfezione nel rispetto delle riproduzioni in scala ma, certamente, il suo Presepe per colori e atmosfera rimanda ad un clima rustico, operoso, d’altri tempi. La Natività in un’epoca sospesa, tra classicismo e ambientazione di fine Ottocento, che richiama sentimenti di solidarietà e speranza.
Sono centinaia ogni giorno i curiosi che si affacciano nel bar del porto ad ammirare il Presepe. “Conservo nove volumi di saluti e messaggi lasciati dai visitatori” rivela il presepista. Ed è un peccato che quest’anno la pandemia con il conseguente lockdown natalizio ne limiti fortemente la fruizione. “In ogni caso, anche se siamo costretti alla chiusura nei giorni di zona rossa, io il 24 a notte verrò a collocare il Bambinello nella sua culla come suggeriscono la tradizione e il sentimento religioso” promette Oscar.