Secche di Tor Paterno come volano per l’ulteriore sviluppo di un’economia sostenibile rispettosa del territorio, ma anche fonte di crescita occupazionale. Il tema è stato al centro di un’incontro internazionale promosso dal Commissario straordinario di RomaNatura, Marco Visconti, nell’ambito dell’iniziativa di Atlas Acquatica Italia.
Esperti a confronto per definire strategie di valorizzazione di siti ad alto rendimento economico e turistico come le Secche di Tor Paterno
Lo sviluppo delle aree marine protette a livello mondiale oltre a rappresentare un incentivo per il rafforzamento delle economie locali attraverso il turismo subacqueo e altre attività non estrattive è un formidabile fattore di accelerazione per la tutela di aree ad altissimo pregio ambientale come quella che si trova di fronte alla costa situata a sud di Ostia nel variopinto mondo delle tante specie che la popolano e delle gorgonie di origine coralligena fonte di spettacolo per chi vi si immerge.
Ai lavori che si sono svolti presso le Officine del mare, centro polifunzionale della area marina protetta Secche di Tor Paterno hanno preso parte Scripps Institution of Oceanography UC San Diego, la Stazione Zoologica Anton Dorhn oltre ai rappresentanti dei diving center locali e di quelli delle Isole Tremiti e dell’Isola d’Elba. Scopo del meeting definire azioni concrete per lo sviluppo di attività sostenibili e delle misure di conservazione di siti ad altissimo pregio ambientale.
Le analisi globali hanno, infatti, stimato che il 40 per cento dei siti sub a livello mondiale non è sottoposto ad alcuna misura di protezione e che, nel complesso, attraggono da 9 a circa 13,6 milioni di turisti generando un indotto variabile tra un minino di 8,2 e un massimo di 20,4 milioni di dollari per un totale di 124mila posti di lavoro. Inoltre se, al pari delle Secche di Tor Paterno, tutte queste aree fossero poste sotto tutela sarebbero in grado di generare un incremento del 4% dei guadagni in dieci anni.
Recenti prove empiriche dimostrano che, espandendo le aree marine protette non solo si facilita la conservazione della biodiversità ma si accede anche ai benefici economici derivanti dal turismo.
Uno degli esempi più recenti di valorizzazione ecologica e turistico-subacquea più studiati è quello di Cabo Pulmo, località situata sulla costa orientale della penisola di Baja California, in Messico.
Il caso di Cabo Plumo
Nel 1995 Cabo Plumo era un piccolo villaggio di pescatori che si sono attivati per proteggere le proprie barriere coralline dagli effetti devastanti della pesca sull’ecosistema passando da un’economia basata sull’estrazione a una basata sull’ecoturismo e la conservazione. Man mano che la biomassa ittica aumentava, turisti da tutto il mondo hanno iniziato a visitare una riserva marina dove ci si può immergete tra squali, cernie, ricciole, dentici e persino leoni marini.
Sviluppare un’economia blu rispettosa dell’ambiente implica, tuttavia, un ripensamento dell’utilizzo delle risorse marine e la valorizzazione di un capitale umano adeguato. I subacquei consentono di partecipare attivamente a un circuito virtuoso che contribuirà anche al raggiungimento dell’Obbiettivo 14 di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite “Vita sott’acqua”. Il settore è in crescita e, sebbene la figura del sub professionista abbia facilitato la transizione verso attività economiche sostenibili, in alcune comunità la sua presenza negli sforzi di protezione marina è ancora limitata.
“Atlas Aquatica Italia non è solo un progetto scientifico, ma una vera e propria piattaforma di dialogo e azione -ha affermato Marco Visconti, commissario di RomaNatura- il nostro obiettivo è rafforzare la protezione delle aree marine protette, promuovendo un equilibrio tra conservazione e sviluppo economico come nel caso delle delle Secche di Tor Paterno, di cui RomaNatura è orgogliosa gestore, perché si tratta di simboli della straordinaria ricchezza del nostro patrimonio naturale. Tesori naturali che necessitano di strategie condivise per diventare modelli di sostenibilità”.