Mentre il governo da un lato conferma la ripresa della scuola dopo le vacanze di Natale, la ministra dei Trasporti Paola De Micheli intanto affronta il nodo scaglionamento degli ingressi. Il piano è quello di portare gli studenti in classe il sabato e la domenica: unico modo per ovviare al problema del sovraffollamento su autobus e metro.
“Siamo in emergenza, e credo sia necessario fare lezione in presenza anche il sabato”, afferma la ministra in un’intervista a Repubblica. Tutti in classe però anche la domenica, nel piano della titolare dei Trasporti: “Bisogna far cadere ogni tabù, compreso quello delle lezioni la domenica. Ce lo chiedono diverse Regioni. Anche gli orari delle attività produttive dovranno essere cambiati, cadenzati”, sottolinea De Micheli.
Secca però la replica dei presidi, che bocciano l’idea di tornare a scuola anche il sabato e la domenica. “Ritengo irrealistico pensare di allungare la settimana scolastica anche alla domenica. Mentre il sabato, per moltissimi istituti, è già giornata di lezione”, sottolinea in proposito il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli.
“Deve essere chiaro il presupposto, ovvero che lo scopo del trasporto pubblico è far spostare le persone che ne hanno bisogno. Di conseguenza, non è pensabile asservire le persone alle necessità dei trasporti: questa sarebbe una eterogenesi dei fini”, afferma Giannelli.
La proposta della ministra De Micheli è finalizzata, nel momento della ripresa delle lezioni in presenza, a evitare l’affollamento mattutino sui mezzi di trasporto. “Lo scaglionamento degli ingressi e delle uscite da scuola è necessario. Tra le 7 e le 9 di ogni mattina la metropolitana e gli autobus sono pieni, per poi viaggiare semivuoti dopo le 9,15. Dobbiamo spalmare l’entrata e l’uscita degli studenti sulle prime dodici ore della giornata, dalle 8 alle 20″, sottolinea la titolare dei Trasporti.
“È inutile inviare cinque bus ogni cinque minuti tra le 7 e le 7,25 se l’orario di ingresso per tutti è quello delle 8. Gli studenti si ammassano sulle ultime due corse, le 7,20 e le 7,25. Per arrivare a scuola dieci minuti prima della campanella, non mezz’ ora prima”, prosegue De Micheli.
Per questo, sottolinea la ministra, “non si può continuare a pensare che fare lezione sabato e domenica sia un tabù“.
Dopo il no categorico da parte dei presidi, però, arriva anche la replica del sindacato. La Cisl Scuola è pronta alle barricate: “Se qualcuno vuole fare delle proposte ci convochi, ne discutiamo al tavolo contrattuale, si individuino le risorse economiche e umane che mancano a tutt’oggi; poi discutiamo. Diversamente risulta l’ennesima provocazione”, avverte la segretaria della Cisl scuola, Maddalena Gissi.
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