Frequentava la Scuola Svizzera di Roma, in via Nomentana, il dodicenne precipitato l’altro pomeriggio da un palazzo al Collatino e morto in ospedale. Il preside, Jonathan Rosa, alla polizia ha escluso atti di bullismo nell’istituto. Per poi specificare: “Siamo increduli, non abbiamo colto segnali di malessere dell’alunno…”.
L’indagine sulla dodicenne caduto dal decimo piano, monitorato anche l’ambiente scolastico
Per la morte del dodicenne, all’apparenza sereno, la procura procede per istigazione al suicidio. E gli investigatori per tentare di ricostruire il perché della tragedia – l’ipotesi dell’incidente sembra ormai accantonato – stanno scandagliando proprio il suo mondo, a partire da quello della scuola. Vogliono capire se è successo qualcosa che ha fatto da detonatore.
Sono state sentite le figure cardine dell’istituto, ma le indagini potrebbero entrare nel vivo solo con l’apertura del cellulare del dodicenne, che è stato sequestrato e sarà scandagliato.
A scuola ogni compagno ha scritto un messaggio per lui, un disegno. L’indagine comunque, come purtroppo in casi analoghi, si presenta in salita, difficile. Il dodicenne non ha lasciato biglietti.
I genitori dei compagni di classe sono increduli. “La nostra è una scuola inclusiva, con piccole classi…La morte non dovrebbe arrivare mai a quell’età”, dice un papà.
I vicini
In via Igino Giordani i vicini sono ancora sotto choc. “Era un ragazzino gentile, sorridente, amava la pallanuoto. Non gli mancava niente”.
Il pensiero va anche ai genitori una coppia borghese, all’apparenza senza problemi. La mamma consulente del lavoro e il papà commercialista, il giorno del dramma era appena entrato in casa quando il figlio si è lasciato cadere dal decimo piano. L’incubo è cominciato in quel momento. Il figlio era tornato da poco da scuola.
I poliziotti ieri hanno ascoltato il padre per capire se il piccolo avesse manifestato segni di malessere. Sentita anche la babysitter che stava badando alla sorellina di 8 anni. “Era entrato da poco nella sua camera… A un certo punto non ho sentito più rumori“.
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