Anche se la stagione balneare è ormai finita una nuova tegola pende, come una spada di Damocle, sulle licenze assegnate dal Campidoglio nello scorso mese di giugno ai titolari dei chioschi che operano sulla spiaggia libera di Castelporziano.
Il Laboratorio di urbanistica chiede all’Agenzia delle Dogane l’annullamento delle concessioni rilasciate ai gestori
L’atto amministrativo che ha permesso la riattivazione dei punti di ristoro a beneficio dei frequentatori dei “cancelli” situati sulla via Litoranea con tanto di servizi di salvataggio a mare, per il laboratorio di urbanistica LaBur, deve essere annullato.
LaBur ha infatti presentato un ricorso all’ente gerarchicamente superiore all’amministrazione locale, chiedendo all’Agenzia delle Dogane di cassare il provvedimento che ha permesso di mettere a gara i punti di ristoro e le attività collegate all’inizio della stagione estiva.
“Sulla linea costiera che corre lungo la litoranea, qualsiasi struttura che si trovi tra la strada e il mare, deve essere autorizzata dalla Agenzia delle Dogane -spiega Andrea Schiavone di LaBur- senza il suo permesso non si può fare nulla, soprattutto elevare costruzioni destinate a ospitare bagni, spogliatoi e altre dipendenze annesse ai punti di ristoro”.
“Ma le nuove concessioni rilasciate dal Comune autorizzano soltanto i chioschi lasciando fuori tutto il resto, per questa ragione abbiamo chiesto all’Agenzia di annullare i relativi provvedimenti che sono irregolari”.
Il ricorso fa specifico riferimento all’ottavo cancello, ma si estende all’assetto giuridico di tutta l’area protetta in quel tratto di costa.
Si tratta solo dell’ultimo anello di una lunga catena di difformità amministrative che, ogni anno, comportano puntuali incertezze e ritardi nella riapertura dei servizi. E che compromettono la piena funzionalità delle spiagge libere della tenuta presidenziale di Castelporziano.
Profili di irregolarità erano emersi in relazione anche alle ultime procedure di assegnazione delle licenze pubblicizzate dal sindaco Roberto Gualtieri a causa di presunte gravissime anomalie. Carenze che avrebbero addirittura determinato, in caso di ricorsi, la dichiarazione di inesistenza degli stessi atti, tra l’altro sotto il profilo della consistenza patrimoniale ed edilizia delle infrastrutture.
Nuove incognite si proiettano sulla prossima stagione balneare
Nello scorso mese di luglio sempre LaBur si era rivolta con un esposto all’Autorità Garante della concorrenza e del mercato (Agcom) per il fondato sospetto della sussistenza di una turbativa d’asta nell’assegnazione delle autorizzazioni.
Intanto l’ombra di una nuova incognita si proietta sull’assetto dei chioschi per la prossima stagione balneare. Le convenzioni stipulate quest’anno di gestori con l’amministrazione capitolina prevedono, infatti, una clausola di rinnovo automatico dei permessi per altri sei anni. Ma secondo la Capitaneria di porto sarà necessario procedere a nuove gare per dare la possibilità anche ad altri offerenti di partecipare all’assegnazione delle licenze.
Il rischio è che tutta la documentazione che ha consentito la riapertura dei chioschi in questa stagione perda di validità, lasciando di nuovo le spiagge senza servizi di pulizia, vagliatura della sabbia, rimozione dei rifiuti toilette e punti di ristoro. Una presenza che garantisce anche la sicurezza dei parcheggi dall’assalto dei ladri d’auto.
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