Il nido da record è il secondo rimosso in pochi giorni dopo quello trovato a Massimina: i più grandi e pericolosi dall’inizio dell’invasione di vespa orientalis
L’autore dell’impresa, l’etologo Andrea Lunerti, pensava solo qualche giorno prima, di aver già rimosso il più grande nido mai trovato fino ad oggi, da quando per la prima volta la Vespa orientalis ha fatto ingresso nel territorio di Roma e provincia.
Invece ad attenderlo a Labaro, dov’è stato chiamato per un SOS dal proprietario disperato dell’abitazione, c’era un secondo nido da oltre mille grossi esemplari.
Un agglomerato di favi veramente pericoloso per l’uomo, simile all’incubo vissuto qualche giorno prima dai residenti di una villa nel quartiere della Massimina a Casal Lumbroso, dove sotto al vano di una serranda si nascondeva un enorme nido di questi insetti, oltre 1000 esemplari con l’aggiunta di altri 500 che stavano per nascere.
Anche nel caso della proprietà di Massimina, il nido fu catalogato come il più grande mai rimosso, dopo non poca fatica, laddove era precedentemente fallito il tentativo dei Vigili del Fuoco, come spiega Lunerti:
“Nel timore di disperdere gli insetti nell’appartamento e allontanare gli occupanti, gli operanti avevano spruzzato l’insetticida dall’esterno con la speranza di indebolire la colonia. I favi però erano stati realizzati dagli insetti in una posizione molto strategica e in alto, peraltro protetta dal rivestimento in cellulosa. La loro rimozione – aggiunge -, è stata tra le più complicate e rischiose mai eseguite, perché gli insetti nel pieno del loro ciclo vitale hanno lottato fino all’ultimo respiro per proteggere le numerose regine nascenti prossime al volo nunziale” – conclude.
Dopo quell’impresa poi, il telefono ha squillato ancora per il nuovo nido di enormi dimensioni di Vespa orientalis che stavolta è stato localizzato a Labaro, e dove anche in tal caso i Vigili del Fuoco non erano riusciti a neutralizzarle.
La ricorrenza dei ritrovamenti extra large fa supporre che il nido 1000 esemplari rinvenuto a Labaro, e considerato il più grande mai stato rimosso a Roma dal luglio 2022, e cioè da quando la Vespa orientalis ha iniziato a far parlare di sé nella Capitale e provincia, potrebbero non essere l’ultimo del periodo, con il caldo anomalo che potrebbe durare tutto ottobre.