Sono entrambi accusati di estorsione messa in atto con le intimidazioni legate all’appartenenza al clan Casamonica, i due uomini di 34 e 37 anni per cui è stata disposta in queste ore la misura cautelare del carcere.
Ad uno dei due elementi di spicco della nota famiglia, sono anche contestati i reati di truffa aggravata e usura con metodo mafioso, con prestiti di somme di denaro a cui venivano applicati tassi pari a circa il 300%.
Oltre dieci le vittime cadute nel giro degli indagati: i due sono accusati di metodo mafioso e usura con prestiti e tassi pari al 300%
Sono stati gli oltre dieci gli episodi di estorsione documentata e un’unica denuncia arrivata nel 2019, a far scattare le indagini che hanno portato oggi all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere da parte degli uomini della Squadra Mobile di Roma e del Commissariato Romanina, nei confronti di due persone di 37 e 34 anni entrambe appartenenti alla famiglia Casamonica.
Due elementi di spicco del noto clan, radicato anche nella zona Appia-Tuscolana, con base operativa nella zona di Porta Furba, ai quali sono stati contestati reati di estorsione commessa avvalendosi dell’intimidazione derivante dall’appartenenza alla nota famiglia, e solo nei confronti del 37enne, anche di truffa aggravata e l’usura con metodo mafioso.
Quest’ultimo secondo le ricostruzioni fornire dalla Polizia di Stato, avrebbe messo in atto estorsioni minacciando a morte le vittime e prospettandogli perfino provvedimenti giudiziari falsi a loro carico.
Il reato di usura con la finalità dell’auto riciclaggio, veniva praticato con il prestito di somme di denaro a cui venivano applicati tassi impossibili, e pari a circa il 300%.
I proventi poi venivano riciclati successivamente con le scommesse alle macchine Video Lottery, e cioè procurandosi dei ticket vincenti delle scommesse giocate da altri soggetti, risultanti però sempre abbinati al suo codice fiscale.
Al termine delle indagini, concluse nel 2022, l’Autorità Giudiziaria ha disposto per i due uomini la misura cautelare della custodia cautelare in carcere. Ora dovranno rispondere a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, tentata estorsione e truffa.
Gli indagati sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell’attuale fase del procedimento.