Dovrebbero avere fusti rigati sormontati da frondose chiome costituite da foglie lanceolate pronte ad agitarsi al ritmo dettato dal soffio e dalla direzione del vento. E invece le palme che a decine decorano il lungomare di Ostia levante appaiono sofferenti, verdi solo sulla parte superiore, ingiallite per non dire avvolte da fronde ormai secche che fanno pensare agli effetti delle malattie tipiche di queste piante.
Lunghe chiome disseccate evidenziano uno stato di sofferenza per le palme situate sul lungomare
I parassiti più pericolosi per le palme sono il punteruolo rosso e la Paysandisia arcon, un lepidottero della famiglia delle Castniidae di origine sudamericana e in particolare dell’argentina che deposita le sue uova all’interno del fusto.
Durante la fase di sviluppo le larve iniziano a penetrare all’interno del tronco per cibarsi della linfa provocando in breve tempo la morte della palma.
Le immagini riprese sul lungomare Lutazio Catulo fanno presagire un futuro catastrofico che riporta alla memoria quanto accadde nel 2021, nel pieno centro della cittadina balneare.
All’epoca le palme situate in piazza della Stazione Vecchia, all’interno del giardino che ospita la statua del patrono Sant’Agostino, alcuni esemplari di Chamaerops humilis o palma di San Pietro furono abbattuti poiché completamente disseccati.
Una strage che, tra l’altro, si consumò proprio di fronte alla sede del municipio che ha il dovere di intervenire anche con procedure di somma urgenza quando si tratta di fronteggiare situazioni che mettono a rischio il verde pubblico.
In quel caso la mancanza di manutenzione e di prevenzione furono responsabili di una morìa che si sarebbe potuta evitare somministrando a pioggia sulla chioma delle piante aggredite dalle larve gli stessi prodotti usati per la lotta al punteruolo rosso (leggi qui).
Sin qui i timori di una possibile nuova aggressione al sistema metabolico delle piante che fanno da cornice all’orizzonte marino del Litorale. Ma per fortuna, questa volta, non si tratta di una recrudescenza del fenomeno verificatosi tre anni fa.
A escludere, per il momento, fattori di rischio per le palme del Litorale è Leonardo Perronace, uno dei massimi esperti di botanica, già presidente dei Periti Agrari di Roma.
“Le cause di crisi possono essere diverse e non sono solo provocate dai parassiti. Anche l’aerosol prodotto dal vento che soffia sulle onde può nebulizzare e riversare sostanze nocive sulle chiome delle piante, ad esempio nel caso in cui nell’acqua marina siano presenti tensioattivi. Quello di cui soffrono ora le piante -dice Perronace- è la cosiddetta sindrome delle ‘donne con il grembiule’, dato che le foglie secche e ormai pendenti, paiono appunto delle gonne. In sostanza andrebbero semplicemente potate e gestite perché non stanno male”.
L’appello è quindi rivolto alle istituzioni competenti e al Servizio giardini, anche perché il comune di Roma Capitale è tenuto ad adottare un piano di gestione pluriennale per la manutenzione del verde cittadino che prevede anche tempi e modalità per l’esecuzione delle potature.
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