I tentativi di liberarlo in natura erano già falliti quattro volte. Dopo il quinto, uno splendido esemplare di nibbio con un’apertura alare di due metri, era stato recuperato in una pizzeria in cui era planato in cerca di cibo. E’ stato soltanto uno delle centinaia di salvataggi di fauna selvatica condotti dal Luogotenente dei carabinieri forestali Roberto Mayer, addetto al Centro di recupero di Fogliano (Cras) situato all’interno del Parco Nazionale del Circeo e da sabato scorso ufficialmente in pensione.
Roberto Mayer e il ricordo di 35 anni vissuti a proteggere la fauna selvatica nella struttura che accoglie centinaia di specie e sud di Roma
Trentacinque anni al servizio delle istituzioni ma, soprattutto, dei tantissimi interventi fatti per soccorrere animali abituati a vivere in libertà e troppe volte costretti nelle gabbie gabbia o a essere abbandonati perché diventati troppo difficili da gestire.
“E’ stata una bellissima pagina della mia vita, e non potrei nemmeno chiamarla lavoro perché si è trattato di una passione che nutrivo nei confronti degli animali sin da quando ero piccolo”, Ricorda Roberto Mayer che nei giorni scorsi, in occasione del raggiungimento dell’età pensionabile è stato ricevuto dal tenente colonnello Sandra Di Domenico, comandante del Reparto carabinieri Biodiversità di Fogliano.
Una carriera lunga durante la quale, Mayer è stato, tra l’altro, responsabile dal 2002 al 2017 dal Reparto a cavallo del Corpo Forestale affiancando questo incarico a quello che lo ha costantemente tenuto impegnato sul versante del salvataggio della fauna selvatica nel Centro presso cui comunque resterà a disposizione per dare una mano, sino al prossimo mese di agosto, collaborando alle attività di istituto insieme a una squadra tra militari e personale operaio che continuerà a prendersi cura degli animali in custodia.
Un’équipe che si occupa quotidianamente dell’alimentazione e delle cure necessarie a gestire i tantissimi ospiti della struttura dove è presente anche un veterinario esterno incaricato di valutarne costantemente le condizioni di salute.
“Rimango qualche altro mese qui a Fogliano -sottolinea Mayer- perché si avvicina, tra l’altro, il periodo dei nidiacei e quindi dei piccolini caduti dai nidi che dovremo allevare e tirare sù. E’ stato e continuerà a essere un lavoro meraviglioso in cui il forestale rappresenta chi pensa a proteggere la natura e a farsi carico degli animali, come rispondono almeno otto bambini su dieci tra quelli che vengono a Fogliano e ovviamente non possono entrare all’interno del Cras perché la fauna selvatica è già fortemente stressata di suo essendo chiusa nella voliera per le cure e sarebbe esposta anche al rischio di imprinting se ci fosse un contatto ravvicinato con l’uomo”.
Uccelli rapaci come il povero nibbio la cui detenzione è illegale e che è stato sequestrato dai militari dell’Arma a Frosinone e consegnato al Cras. Tenuto in cattività ha subito un forte imprinting da parte dell’uomo e, per questo, ha perso l’istinto di procacciarsi il cibo e ha finito per andarselo a cercare in una pizzeria.
Ma nel lungo elenco degli interventi andati a buon fine il carabiniere in pensione ricorda anche due cuccioli di tasso che lo hanno scambiato per la loro mamma e che solo da lui prendevano il biberon con la dose di latte artificiale.
Oltre 800 esemplari soccorsi ogni anno e non tutti destinati a ritrovare la libertà in natura
Centinaia di accoglienze equivalenti ad almeno 800 casi trattati ogni anno che, se tutto procede per il verso giusto, si concludono con il ritorno alla vita selvatica celebrato con un vero e proprio rituale spesso compiuto di fronte alle scolaresche che giungono in visita proprio per sensibilizzare le giovani generazioni al rispetto dell’ambiente e delle sue creature che non significa solo rinuncia a costringere in cattività specie radicalmente diverse dagli animali domestici ma anche volontà di conoscere quando non è opportuno intervenire in aiuto di piccoli che possono dare l’impressione di essere in difficoltà.
“Spesso per ignoranza si commettono errori che comportano danni irreversibili -ci tiene a precisare Mayer- per esempio quando si scambia un cucciolo di volpe con un cane abbandonato oppure se ci si imbatte in un capriolo apparentemente lasciato in mezzo all’erba di una radura. Le femmine di capriolo partoriscono in mezzo all’erba e per dieci giorni lasciano i loro neonati nella radura dove si nascondono perché vanno in cerca del cibo con cui sfamarli. Questi cuccioli nascono inodori per evitare che potenziali predatori possano individuarli e in quell’arco di tempo si alzano solo per fare i bisogni e per nutrirsi. La cosa peggiore che si possa fare è di avvicinarli e magari di toccarli perché a quel punto il loro manto assume l’odore dell’uomo che equivale a quello di un predatore e che spinge la madre ad abbandonare il capriolo perché ha paura per sé ma anche per lui”.
Dalle cicogne ai boa constrictor, nel Centro di Fogliano si curano anche gli animali esotici che è proibito possedere
Il Cras di Fogliano che è un fiore all’occhiello del reparto carabinieri della provincia di Latina e di Frosinone opera anche come struttura autorizzata a prendere in custodia gli animali esotici. E’ consentito possederli nel rispetto della normativa vigente e a patto che, nei casi previsti, abbiano la prescritta documentazione Cites oppure appositi anelli di identificazione alla zampa come previsto per i pappagalli.
In caso contrario i possessori vengono denunciati e gli animali posti sotto sequestro o confisca e affidati al Cras che prende in consegna anche quelli abbandonati oppure provvede a recuperarli dopo il loro abbandono da parte dei proprietari come è accaduto con un boa constrictor della lunghezza di due metri e mezzo che è stato ritrovato a Sabaudia sulla ringhiera di un palazzo dove stava comodamente disteso a prendere il sole.
Senza contare il numero di animali che vengono consegnati al Cras dalle forze dell’ordine oppure dalle associazioni ambientaliste così come da semplici cittadini.
Un elenco che non comprende soltanto felini pericolosi per l’uomo ma anche esemplari apparentemente innocui e che invece possono rivelarsi all’improvviso pericolosi come alcune tartarughe tipiche dei corsi d’acqua dolce del Nord America. Ne esistono due varianti che sono state anche oggetto di salvataggi effettuati lungo le rive del Tevere dai carabinieri forestali di zona: la tartaruga azzannatrice con alcuni esemplari catturati dal Cras anche in provincia di Latina e quella alligatrice.
Lo strano caso delle tartarughe azzannatrici
“Di entrambe -sottolinea il carabiniere- è proibito sia il possesso sia la vendita, sono solite deporre le uova a terra in primavera e possono arrivare a pesare cento chili e procurare morsi con lesioni importanti in chiunque tenti di avvicinarle. Come ad esempio potrebbe fare un bambino nel tentativo di accarezzarle sul carapace o un agricoltore intento a installare un tubo per l’approvvigionamento idrico dei campi immergendosi senza saperlo in un punto vicino a questo tipo di animale che, proprio come il coccodrillo, serra le fauci e non molla la presa fin quando non riesce a strappare la pelle o brandelli di carne”.
Non tutti gli animali assistiti nel Centro di Fogliano possono essere riabituati alla libertà. E’, per esempio, il caso di una cicogna ferita da un cacciatore nelle frazioni di Borgo Piave e Borgo Podgora, non lontano dal promontorio del Circeo, e che da tempo è ospite della struttura.
Si sta cercando di trovare una comunità di recupero dove siano presenti suoi consimili per consentirle di riprodursi. E l’elenco potrebbe allungarsi ancora perché tra i salvataggi compiuti da Roberto Mayer in tanti anni di carriera c’è anche quello di un cinghiale che ha salvato tuffandosi in un canale di bonifica affinché non annegasse e quello di un drago barbuto, un rettile di origini australiane, forse fuggito dalla sua teca termo riscaldata.
“Tanti ricordi -conclude il Luogotenente- dedicati ad abituare i bambini e le scolaresche alla conservazione della biodiversità e degli ecosistemi e a come ci si deve comportare nei confronti del pianeta evitando di commettere gli stessi errori commessi dalle precedenti generazioni”.