Da nord a sud di Roma e del suo hinterland piovono proteste per il “fiorire” sempre più frequente di colossali e altissime antenne telefoniche, recentemente vi abbiamo raccontato delle contestazioni avvenute per questo motivo a Focene ed ora è il turno della zona nord della Capitale dove nel quartiere di Due Ponti e Tomba di Nerone, per giunta all’interno di un giardino di una abitazione privata sta venendo ultimata un’antenna telefonica di oltre 30 metri.
Dopo il caso dell’antenna gigantesca di Focene, anche a Roma nord un identico scenario con i cittadini che sono in ansia per la presenza nella zona di abitazioni, ospedali e scuole
Questo sta accadendo in via Bruno Bruni, con tutto il quartiere messo in allarme.
Densamenete popolato di anziani e bambini e a ridosso delle case, non c’è certamente serenità nel vedere spuntare un altro ripetitore e per giunta non ci sono affissioni da nessuna parte che evidenzino lo stato e la natura delle lavorazioni, ma il manufatto in questione è inequivocabile, di antenna si tratta.
In queste ore sta montando la protesta e pian piano si scopre che, in un annuncio del 13 aprile scorso, tra le comunicazioni del XV Municipio, quello dove si trova via Bruno Bruni, alcune compagnie telefoniche avevano richiesto l’autorizzazione per l’installazione dell’antenna, evidentemente concessa, ma che permette come sempre a chi è contrario, di fare appello e contestare la sua costruzione come è possibile vedere dal sito comunale (apri in un altra pagina web).
A quel punto poi di fatto è scattato il silenzio assenso che ha permesso alle aziende di partire con i lavori di installazione, dato che risulta che nessun cittadino abbia eccepito nulla, con buona pace del “risveglio” dei cittadini che ora si preoccupano di come in zona tra asili nido, abitazioni ed ospedali a due passi da via Bruni, ci siano molte persone che di certo non si giovano della vicinanza delle radiazioni che a breve verranno diffuse nell’etere di questo quadrante a nord della Città Eterna.
Stessa cosa, come evidenziavamo in apertura, che è accaduta pochi giorni fa, il mese scorso a Focene, con le proteste che però hanno (per ora) avuto l’effetto di bloccare la costruzione di un pressochè identico ripetitore telefonico con un’antenna anch’essa alta una trentina di metri per la trasmissione in 5 G, installata in meno di un giorno.
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