Erano incaricati nei servizi antidroga, ma secondo la Procura di Roma due agenti di polizia del commissariato San Lorenzo avrebbero fatto il contrario: offrivano copertura a un’organizzazione criminale che importava grossi carichi di hashish e marijuana dalla Spagna e dal Marocco. Uno è finito in carcere, l’altro ai domiciliari.
Scandalo a Roma, poliziotti accusati di coprire una rete di narcotraffico. Due arrestati e cinque indagati
Altri cinque colleghi dei due poliziotti arrestati risultano indagati per altri reati tra cui peculato, spaccio, omissioni d’atti d’ufficio e falsificazione di documenti.
Secondo l’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia che – in mattinata tra Marocco, Roma e il litorale ha fatto scattare 16 arresti – i poliziotti manomettevano sequestri, alteravano i verbali e cedevano la droga sequestrata direttamente agli affiliati del clan.
Gli episodi al centro dell’indagine
Due episodi chiave, entrambi nel novembre 2022, hanno segnato una svolta per le indagini: il 10 novembre, durante una perquisizione, sarebbero stati sottratti 15 chili di hashish, mai messi a verbale e consegnati al gruppo criminale. Mentre il 22 novembre, di 229 chili sequestrati, 59 e mezzo sarebbero stati trattenuti e passati ai narcos in un parcheggio di periferia, dopo aver falsificato i documenti ufficiali.
L’associazione criminale – guidata da due fratelli marocchini, con base operativa tra il Marocco, la Spagna e Roma – gestiva una rete ben strutturata: corrieri, custodi, referenti locali e raccoglitori di denaro.
Dei 16 arrestati, ben 12 erano di nazionalità marocchina, gli altri quattro romani, tra cui i due poliziotti.
L’organizzazione
Gli importatori di droga – secondo quanto ricostruito dagli uomini della Finanza – agivano con auto dotate di doppiofondo e depositi localizzati tra Ardea e Torvaianica.
Nelle misure cautelari scattate all’alba di oggi si parla anche di armi e di un sistema di riciclaggio dei proventi all’estero tramite canali non tracciabili.
L’indagine è ancora in corso, condotta dalla Procura, dalla Guardia di Finanza e dalla Squadra Mobile. L’obiettivo: smantellare l’intera rete e fare piena luce sulle responsabilità interne alle istituzioni.