Due notti insonni, una settimana di appostamenti e tanta determinazione. È questo il bilancio di un incredibile recupero animalista avvenuto a Roma: una gattina, incastrata nel motore di un’auto, è stata salvata da un gruppo di volontari. La micina è ora al sicuro in attesa di adozione. Ma non sempre è così. Il fenomeno randagismo nella Capitale non solo non accenna a fermarsi ma diventa ogni anno più preoccupante. Una vera e propria emergenza sociale.
Roma: mappa del randagismo e rischio per i cittadini
Il randagismo nella Capitale è una vera e propria emergenza sociale. Secondo la dottoressa Viviana Frigino, presidente del Coordinamento Regionale Animalisti e Ambientalisti Lazio, sono sempre più numerosi i randagi che si aggirano nella Capitale.
Le zone in cui i branchi dei cani sono pericolosi sono:
- Zona Portuense: i cani del bosco; ex Collina Alitalia; Pista ciclabile della Magliana, Aeroporto Centocelle; Forte Casilino: il branco e il canile abusivo di via Papiria; Casilino 900.
Ma i branchi si aggirano anche in altre zone della Capitale:
• Branco dei “cani di Benito” in via Newton che, fuggiti dai recinti, hanno aggredito persone e fatto strage di gatti di Villa Flora e delle colonie feline del quartiere;
• Branchi di cani verso Pomezia e in via di Tor Carbone, altezza Quarto Miglio;
• Incrocio via di Tor Carbone/ Ardeatina: Campo Nomadi con branchi e cagne gravide e altri
rubati;
• Randagi alla Cecchignola, via dell’Esercito, poco prima dell’entrata alla zona militare nella
piazzetta vicino alla farmacia;
• Cani maremmani in via Laurentina direzione fuori Roma altezza Elite;
• Randagi a Tor Vergata e a Tuscolana / Anagnina;
• Randagi a Gallicano
• Gruppo randagi da sterilizzare in via Labico;
• Branchi nelle campagne di Castel di Guido e di Castel Nuovo di Porto;
• Branchi lungomare di Torvajanica, Pomezia e Tor San Lorenzo;
• Randagi alla Bufalotta;
• Molti cani vaganti all’Idroscalo di Ostia;
• Randagi al Centro Residenziale Altamira (Ponte Galeria);
• Randagi in via Prenestina e alla Rustica;
• Randagi al Testaccio intorno all’Altra Economia;
• Randagi al Labaro, Prima Porta, Stazione di Labaro;
• Randagi a Colle del Sole;
• Tor Bella Monaca: diversi branchi di cani pericolosi
• Stazione di Cesano: branco di randagi da sterilizzare;
• Zona Magliana, via Idrovore della Magliana: 3 cani a branco, probabilmente di zona, hanno aggredito un cane padronale;
• Circa 10 cani in via del Baiardo zona Tor di Quinto
Cani spesso affamati, malati, spaventati. Alcuni aggrediscono, altri muoiono nell’indifferenza generale. Ma accanto a loro ci sono anche i gatti, protagonisti silenziosi di una proliferazione senza controllo.
Gatti e sterilizzazioni: un piano mai decollato
Ogni primavera la città si riempie di cucciolate di gatti, spesso destinate a malattie come FIV, FELV e FIP. Le campagne di sterilizzazione pubbliche, pur previste, non sono mai davvero decollate.
Che fine hanno fatto, si chiedono volontari ed associazioni, i fondi regionali destinati al contrasto del randagismo?
Il Dipartimento Tutela Ambientale – si legge sulla pagina del Comune di Roma – ha attivato un nuovo servizio di erogazione di prestazioni veterinarie rivolto a privati cittadini e ad associazioni, sino a esaurimento dei fondi disponibili. Il progetto è mirato a contrastare “il randagismo di ritorno” anche favorito dall’attuale crisi economica.
A seguito della presentazione della domanda, corredata dalla documentazione richiesta, l’Ufficio competente inoltrerà al richiedente l’autorizzazione alla prestazione sanitaria con l’indicazione dell’ambulatorio medico veterinario dove effettuare l’intervento.
Ma la realtà è ben diversa da come viene prospettata. Di fatto volontari e amanti degli animali sono costantemente lacerati tra l’impulso di soccorrere il malcapitato di turno e quella sensazione di impotenza che tutti abbiamo provato almeno una volta di fronte ai preventivi dei veterinari.
I volontari: “Situazione insostenibile”
“È una situazione insostenibile – afferma Federico Mazzara, tra i soccorritori della gattina Sabry – Ci sono ancora due mamme con cuccioli che non riusciremo a catturare. Dovrebbe essere il Comune ad attivare questo servizio. Anche perché portare in salvo un animale
in mezzo al traffico cittadino può rappresentare un rischio per l’incolumità di ciascuno di noi”..
Rivolgiamo tutti questi interrogativi alla Garante per il Benessere degli Animali del Comune di Roma, l’onorevole Patrizia Prestipino. “Come possiamo noi seguire tutti questi casi singolarmente? Ognuno faccia il suo”.