Il Comune di Pomezia sfratta i Centri Anziani, ma il Tar del Lazio lo ferma con un decreto cautelare pronunciato dalla seconda sezione bis il 28 maggio scorso.
Il Comune di Pomezia sfratta i Centri Anziani ma il Tar del Lazio con un decreto cautelare lo ferma
L’associazione di promozione sociale entrata nel mirino della Giunta di centro-destra per ora può tirare un sospiro di sollievo perché l’ordine perentorio, contenuto nella determinazione dirigenziale n. 633 del 26 maggio scorso, a causa della decadenza della convenzione del 2022 per presunte inadempienze contrattuali è stata sospeso e, pertanto, non produrrà alcun effetto immediato.
Si tratta solo di una vittoria conseguita al termine del primo round di un braccio di ferro che contrappone l’amministrazione guidata dal sindaco Veronica Felici al Centro Sociale Anziani Pomezia Aps-Ets cui l’ente locale pometino aveva ingiunto di rilasciare, entro 3 giorni dalla notifica e cioè entro il 29 maggio, scorso i locali dei centri anziani comunali insieme “a tutte le attrezzature, arredi, beni mobili e documentazione relativa alla gestione”.
Un fulmine a ciel sereno che ha indotto i gestori delle strutture sotto sfratto a presentare un ricorso urgente al tribunale amministrativo regionale annotato con il numero 6328 nel registro generale degli atti e notificato, per quanto di diretto interesse, anche al Consorzio per la Gestione degli Interventi e dei Servizi Sociali del Distretto Socio-Sanitario della Asl Rm 6.
I giudici hanno dato ragione agli anziani bloccando gli effetti dell’ordine di sgombero “in considerazione -si legge nel decreto del Tar- dell’esiguo termine di tre giorni concesso all’associazione ricorrente per il rilascio dei centri anziani e dei relativi arredi, beni mobili e documentazione relativa alla gestione”.
Tempi così stretti da configurare, secondo il magistrato, un “pregiudizio di estrema gravità ed urgenza, tale da non consentire neppure la dilazione del termine di rilascio fino alla data della camera di consiglio” già convocata per il prossimo 18 giugno e nella quale il tribunale entrerà nel merito della questione.
Valutazioni necessarie a decidere con sentenza se l’ordine di sgombero dato ai centri anziani deve essere annullato in via definitiva oppure considerato legittimo e quindi eseguibile. Fermo restando che entrambe le parti in causa potrebbero decidere di presentare ulteriore appello al Consiglio di Stato, organo di ultimo grado della giurisdizione amministrativa.
Ma il Comune di Pomezia può cantare, almeno parzialmente vittoria, perché il Tar nell’ambito dello stesso ricorso ha rigettato la richiesta dei ricorrenti di sospendere anche gli effetti della delibera della giunta comunale n. 108 del 26 maggio scorso che contiene le misure di carattere generale attraverso cui l’amministrazione pometina sembrerebbe intenzionata a fare piazza pulita delle associazioni che hanno sinora gestito i centri anziani comunali.
Una vittoria parziale anche per il Comune di Pomezia
Questa seconda istanza è stata, infatti, respinta dai giudici perché contiene “linee di indirizzo amministrativo” tali da non arrecare alcun “pregiudizio immediato” nei confronti di chi ha presentato il ricorso anche in ragione del fatto che le misure di riordino e di allontanamento degli attuali gestori richiederanno “ulteriori atti applicativi”.
In realtà secondo il Forum Terzo Settore del Lazio, l’organismo e parte sociale che rappresenta tutto il mondo del volontariato, dell’associazionismo e della Cooperazione sociale e anche l’area organizzata del mondo della Terza età il piatto sembrerebbe già stato avvelenato perché, scrive in una nota di sdegno l’organizzazione “con una successiva deliberazione del 27 maggio il comune di Pomezia avrebbe già affidato la ‘custodia’ dei locali del centro anziani a quattro cittadini scelti senza ricorrere ad alcun bando pubblico e senza aver minimamente coinvolto coloro che fruiscono dei servizi del centro e i soci dell’Aps . Qualora si insistesse in questa direzione inaccettabile – conclude il comunicato- il Forum si attiverà sostenendo in pieno i diritti degli anziani del Centro, messi sorprendentemente in discussione”.