All’ospedale dei Castelli di Ariccia pugno in faccia in pronto soccorso: sù i casi di violenza sul personale sanitario

All’ospedale dei Castelli di Ariccia pugno in faccia in pronto soccorso a un’infermiera che ha dovuto ricorrere alle cure dei colleghi

All’ospedale dei Castelli di Ariccia pugno in faccia in pronto soccorso dove, nella notte tra venerdì 23 e sabato 24 maggio scorsi, un’infermiera è stata aggredita da una giovane paziente giunta in ospedale in preda a una crisi di nervi.

All’ospedale dei Castelli di Ariccia pugno in faccia in pronto soccorso a un’infermiera che ha dovuto ricorrere alle cure dei colleghi

La donna, in evidente stato di alterazione psicofisica, era stata trasportata al Nuovo Ospedale dei Castelli (Noc) dai sanitari del 118, che l’avevano soccorsa presso la sua abitazione in un comune dei Castelli Romani. Una volta in Pronto Soccorso, l’infermiera e il medico di turno hanno tentato di tranquillizzarla. Mentre l’operatrice sanitaria si apprestava a preparare una cannula per somministrare le prime cure, la paziente, con un gesto improvviso e violento, le ha sferrato un pugno all’occhio e un calcio alle gambe, facendola cadere a terra.

L’infermiera, prontamente soccorsa e medicata dai colleghi, ha riportato lesioni che richiederanno una prognosi tra i sette e i dieci giorni. L’episodio è stato immediatamente segnalato alla direzione sanitaria del Noc e alla direzione generale della Asl, che si preparano a sporgere denuncia a carico della giovane autrice dell’aggressione.

L’accaduto riaccende i riflettori sulla rapida estensione a macchia d’olio di aggressioni al personale sanitario che ormai accadono con frequenza anche nelle strutture sanitarie dell’hinterland capitolino.

Il grave episodio si inserisce, infatti, in un contesto già di per sé preoccupante. Di recente, si erano verificati altri episodi simili nell’area situata a sud di Roma come quello avvenuto lo scorso mese di gennaio a Frascati, quando un cittadino straniero aveva picchiato una dottoressa di 48 anni che ha ricevuto una prognosi di 10 giorni per le lesioni subite, e un altro a Velletri.

La situazione è talmente delicata che in molti nosocomi sono comparsi cartelli con la scritta “La violenza non può entrare negli ospedali“, a sottolineare l’urgenza di una rapida inversione di rotta capace di mettere fine a questa ormai lunga catena di attacchi al personale sanitario.

Il sindacato Fp Cgil è tornato a chiedere a gran voce l’adozione di misure di sicurezza più stringenti all’interno dei pronto soccorso e delle aree a rischio.

Tra le proposte avanzate figurano il rafforzamento delle presenze di personale di vigilanza, l’aumento del numero di operatori sanitari, il pieno riconoscimento dello status di pubblico ufficiale per gli operatori sanitari in servizio e un impegno concreto da parte delle direzioni sanitarie e delle istituzioni per tutelare la salute e la sicurezza di chi è in prima linea nella cura dei pazienti.